SINTESI
Ci sono delle esperienze (relative all'adozione di certe pratiche o all'assunzione di certe sostanze) che procurano piacere. Lo fanno perché sono in grado di attivare il circuito prosencefalico mediale del piacere. Il circuito del piacere è connesso col sistema limbico e, in particolare, con l'ippocampo. Quando un'esperienza procura piacere, poiché i circuiti del piacere sono connessi con l'ippocampo, sede della memoria episodica, siamo in grado di associare a quell'esperienza sia segnali sensoriali esterni che percezioni interne (emozioni, pensieri, ricordi). Il desiderio di ripetere l'esperienza di piacere, perciò, potrà essere attivato da una foltissima schiera di segnali (immagini, suoni, odori; ma anche pensieri, emozioni..). L'abuso di sostanze e di pratiche che procurano piacere fa sì che si modifichi il circuito del piacere potenziando le sinapsi che collegano le varie aree. Il desiderio viene così continuamente attivato. Il piacere finisce per trasformarsi in necessità. Lo stress cronico aumenta il desiderio, forse per fini compensativi.Tra le più grandi responsabilità dei nostri educatori c'è anche quella di non soddisfare troppo anticipatamente il desiderio, da una parte, e di non trascurare i bisogni veri dell'infante dall'altra. C'è, in altre parole, la responsabilità di regolare in modo appropriato il circuito del piacere affinché ci gratifichi opportunamente senza farcene diventare schiavi.
Prologo
L'umanità ha sempre mostrato, nei confronti del piacere, un atteggiamento ambivalente. Da un lato lo ricerca con ogni mezzo. Dall'altro lo teme e cerca di regolamentarlo attraverso le leggi, le religioni, il sistema educativo e le convenzioni sociali. Temiamo che possa renderci dei debosciati. Il piacere, infatti, ha un lato "oscuro": può provocare dipendenza. Queste forme di regolamentazione hanno assunto delle espressioni diverse in funzione delle differenti culture. Le idee e le pratiche che riguardano il piacere umano sono, infatti, profondamente caratterizzate dalla cultura dei popoli. Al di là delle differenze, però, ci sono delle spiegazioni universali relative ai processi comportamentali e cognitivi, che derivano da una base biologica comune che fa capo al circuito del piacere e alle sue connessioni: il circuito del piacere prosencefalico mediale. E anche per il lato oscuro del piacere, la dipendenza, si conoscono le sue correlazioni con cambiamenti duraturi nelle funzioni elettriche, morfologiche e biochimiche dei neuroni e delle connessioni sinaptiche all'interno del circuito prosencefalico mediale.
Cap 1
Secondo le neuroscienze, il comportamento viene trainato dal piacere così come viene spinto dal dolore. Di fronte alla sofferenza che ci arreca un problema (la spinta-motivazione del dolore) ci attiviamo per allontanarcene in direzione di un qualche attrattore piacevole (scopi-intenzioni).pag 6 mia libera interpretazioneDai neuroni dell'area tegminale ventrale (ATV) partono impulsi che tramite i loro assoni scaricano dopamina nel nuceo accumbens dove ci sono specifici recettori. Dall'ATV i neuroni dopaminergici mandano impulsi anche all'amigdala, alla corteccia cingolata anteriore, allo striato dorsale, all'ippocampo, alla corteccia prefrontale. Tutti questi costituiscono i neuroni target dell'ATV.I neuroni dell'Atv ricevono degli impulsi eccitatori tramite il neurotrasmettitore glutammato dal fascicolo prosencefalico mediale che si estende alle aree della corteccia prefrontale.L'Atv riceve anche impulsi inibitori tramite l'acido gamma ammino-butirrico (retroazione inibitoria) dal nucleo accumbens.Le aree della corteccia prefrontale (implicate nella programmazione e regolazione delle azioni), dell'amigdala (implicata nella paura e nella rabbia) e dell'ippocampo (implicato nella memoria episodica) sono in grado di inviare i loro stimoli eccitatori glutammatergici oltre che all'Atv anche al nucleo accumbens.Il piacere è associato al rilascio di dopamina ai recettori delle aree target dell'Atv. Le esperienze che portano i neuroni dopaminergici dell'Atv ad attivarsi e rilasciare dopamina nei loro neuroni target sono percepite come piacevoli. Anche i segnali sensoriali, le azioni, i ricordi e le emozioni che hanno accompagnato quelle esperienze verranno associate col piacere e percepite come piacevoli. Precursori della dopamina (levo-dopa), agonisti dei recettori della dopamina, inibitori della ricaptazione nel luogo del rilascio acuiscono le sensazioni di piacere. Quando un'esperienza ci procura piacere, associamo a quell'esperienza segnali sensoriali sia esterni (immagini, suoni, odori) che interni (i pensieri, le emozioni legate a quell'esperienza). Potrebbero, poi, essere dei segnali interni in seguito a procurare piacere anche in assenza dell'esperienza.Quello che rende il piacere così irresistibile e così complesso nella specie umana è l'interconnessione del circuito del piacere con altre aree del cervello che lo associano a ricordi, emozioni, significati sociali, immagini, suoni, odori...
Cap 2
Le idee e le pratiche relative al piacere sono sempre culturalmente caratterizzate. Si fa l'esempio di:1) Marco Aurelio, imperatore romano autore delle Meditazioni (un classico di filosofia del tardo stoicismo) nel 2' secolo dopo Cristo. Era un consumatore abituale di oppio, come scrive il suo medico Galeno. La diffusione dell'oppio dilagò poi con l'imperatore Settimio Severo quando venne riconosciuto come droga ricreativa ufficiale dell'impero romano. Poi, nel corso dell'800 l'oppio venne purificato, si inventò la siringa ipodermica e la Bayer produsse l'eroina (dimetil-morfina) che passava più facilmente la barriera emato-encefalica.2) L'uso di etere nell'Irlanda del 1800, in seguito ad un aumento della tassazione sull'alcol e al successo di un movimento religioso che predicava l'astensione dall'alcol.3) L'uso di allucinogeni tra gli sciamani dell'America latina.4) L'uso di droghe multiple tra gli studenti Usa negli anni 70 e 80.Le droghe psico-attive vengono classificate in stimolanti, sedative, allucinogeni, oppiacei e farmaci ad azione mista. Ma l'aspetto più importante dell'azione delle droghe che i sistemi di classificazione non colgono è il contesto sociale in cui vengono assunte, oltre che la situazione personale specifica del loro utilizzatore. Molto di quello che le droghe fanno alla mente risiede nella mente stessa.Tutte le droghe attivano più o meno direttamente il circuito del piacere del prosencefalo mediale. La cocaina e le anfetamine bloccano il riassorbimento della dopamina nelle aree target dell'ATV. I tranquillanti interferiscono con l'effetto inibitorio del nucleo accumbens legato all'azione del Gaba. Gli antidepressivi come il Prozac inibiscono il riassorbimento della serotonina. Gli oppiacei riducono il rilascio del neurotrasmettitore Gaba (come i sedativi) oltre che unirsi coi recettori delle endorfine. Lo stesso per la cannabis che si unisce ai recettori degli endocannabinoidi. La nicotina, tramite il neurotrasmettitore acetil-colina stimola i neuroni che producono glutammato ed eccitano i neuroni dell'ATV.Occorre ricordare che se il 35% degli utilizzatori dell'eroina ne diventa dipendente, l'80% di quelli che provano a fumare ne diventa dipendente. Le sostanze che danno dipendenza stimolando il circuito del piacere e attivandolo più intensamente di qualsiasi ricompensa naturale generano ricordi molto intensi che sono interconnessi in una fitta rete di associazioni. Il desiderio del piacere può, quindi, scattare in qualsiasi momento legato a ogni sensazione che possa legarsi a uno di questi ricordi. Il desiderio associato con l'esperienza della droga è continuamente attivato. Il piacere è sostituito dalla necessità. L'uso ripetuto di droghe produce cambiamenti persistenti nella funzione del circuito del piacere e delle sue aree bersaglio. Si instaura un potenziamento sinaptico a lungo termine di aree eccitatorie così come un potenziamento sinaptico a lungo termine di aree inibitorie dei neuroni che rilasciano Gaba. Questi cambiamenti spiegano la dipendenzxa con il suo corredo di tolleranza, astinenza, craving e ricadute.In base a ciò che è stato acquisito dalle neuroscienze, la dipendenza va considerata una malattia. Ciò suggerisce che il tossicodipendenete non è responsabile del suo sviluppo così come non lo è un cardiopatico. Egli è però reponsabile del prorio recupero.NB Gli stimoli dei comportamenti compulsivi non devono essere intrinsecamente piacevoli come il cibo, il sesso o le droghe. Qualsiasi suono, odore, visione o ricordo può essere associato al piacere e diventare, così, piacevole per sé stesso.
Cap 3
Siamo dotati di meccanismi molto sofisticati per mantenere il nostro peso corporeo. Quando controlliamo per settimane o mesi la quantità di calorie assunte con l'alimentazione e quelle bruciate dal metabolismo riscontriamo un sorprendente equilibrio.Il centro della sazietà nell'ipotalamo ventromediale e quello dell'appetito nell'ipotalamo laterale, sono ben regolati da segnali di adiposità (a medio e lungo termine) e di sazietà (a breve termine).L'ipotalamo controlla anche la temperatura corporea, l'equilibrio idrico-salino, la sessualità, l'aggressività...Il controllo a lungo termine dipende dalla quantità degli adipociti che secernono leptina. I recettori della leptina sono nell'ipotalamo nel centro della sazietà. Essi inducono anche un aumento della spesa energetica. Quando viceversa la leptina cala viene stimolato il centro dell'appetito.La regolazione a breve termina dell'appetito non è spiegata dal sistema omeostatico basato sulla leptina. Negli ambienti come i nostri, caratterizzati da un'abbondanza di cibo, sono fattori di tipo socio-culturale a indurre l'inizio di un pasto.Nel breve termine l'apporto calorico viene regolato da segnali di sazietà. Ne fanno parte i segnali meccanici di distensione delle pareti dello stomaco, l'aumento della glicemia e delle proteine nel sangue, la secrezione della colecistochinina da parte delle cellule dell'intestino tenue. La colecistochinina agisce tramite le terminazioni del nervo vago che inviano i loro stimoli all'ipotalamo.Il sistema di controllo si è sviluppato in modo così ridondante e utilizza segnali divergenti perché in questo modo è più robusto e assicura meglio una funzione fondamehtale per la sopravvivenza.L'idea che l'alimentazione sia principalmente un comportamento conscio e volontario è molto radicata nella nostra cultura. Invece, non è una questione di forza di volontà. Questa idea è sbagliata. Il peso, ad esempio, risulta per l'80% legato alle interazioni tra genoma ed ambiente. E' la stessa relazione di dipendenza che si ha per l'altezza. Ma per il peso, a differenza che per l'altezza, non ne siamo consapevoli.E' difficoltoso perdere peso perchè la diminuzione di leptina aumenta l'appetito e riduce i consumi metabolici. Certamente noi esseri umani siamo in grado di esercitare un certo controllo cognitivo sugli impulsi involontari, ma è comunque difficile. I nostri sistemi di regolazione dell'appetito sono, infatti, il frutto di un'evoluzione che ci ha consentito di sopravvivere agli stenti e alle periodiche carestie. Per questo si riduce il consumo energetico quando diminuisce la leptina certo di più di quanto aumenti in risposta a un suo aumento. Siamo fatti in modo da mantenere il peso corporeo che abbiamo acquisito. La minaccia che l'evoluzione ha dovuto affrontare era il dimagramento e la morte per fame, non l'ingrassamento e la morte per malattie croniche degenerative. L'alimentazione, come le droghe, attiva il circuito del piacere. L'assunzione di cibo induce un aumento del rilascio di dopamina. Ma il piacere legato all'assunzione di cibo è inferiore per chi è incline all'obesità. Sui neuroni dopaminergici dell'Atv sono presenti recettori per la leptina. Quando la leptina è alta si inibisce la loro attivazione. Le regioni bersaglio dell'Atv mostrano nei soggetti obesi una minore densità dei recettori dopaminergici rispetto ai soggetti più magri. Si potrebbe concludere che i soggetti obesi assumono eccessive quantità di cibo per compensare circuiti del piacere poco funzionanti. Hanno un desiderio maggiore, ma provano un piacere minore, come avviene per le droghe.L'obesità è influenzata per l'80% dalle interazioni tra genoma e ambiente. Queste interazioni comportano sia una sovra-alimentazione sia, in misura minore, una ridotta spesa energetica. Per quanto riguarda le inter-azioni geni.ambiente non si può trascurare il ruolo dell'industria alimentare. Dal 1960 ad oggi il peso medio di un adulto negli Usa è aumentato di circa 12 kg. Ovviamente questo non è dovuto a cambiamenti genetici nella popolazione, ma il risultato di marketing delle corporazioni alimentari volte a produrre e servire in grandi porzioni cibi e bevande che attivano al massimo il circuito del piacere al punto di avere la meglio sui segnali di sazietà e adiposità. I cibi grassi e quelli dolci sono i più appetibili. Di fronte alle minacce di frequensti carestie, questi cibi a maggiore densità calorica dovevano essere mangiati in abbondanza per sviluppare una riserva di grasso corporeo in previsione di tempi più duri. Privilegiano anche i cibi salati forse per compensare i sali che perdiamo con la sudorazione in seguito all'esercizio intenso, caratteristico dei cacciatori e raccoglitori.Oltre ai sapori e alla loro combinazione (dolce e speziato; grasso e salato, speziato-salato) vale anche la combinazione nella consistenza del cibo (parte esterna croccante e interna morbida, carne tenera per non faticare a masticare e inghiottire).Il risultato degli sforzi delle multinazionali alimentari significa più diabete, + mal CV, + cancro, ipertensione, disturbi del sonno..Le persone obese non hanno tanto un deficit di leptina, ma sono leptina-resistenti perché è carente il meccanismo biochimico che trasforma la leptina in minore appetito e maggiore consumo energetico.Lo stress cronico è in grado di stimolare l'appetito in un'ampia gamma di mammiferi, incluso l'uomo. Come avviene? I neuroni dell'ipotalamo secernono l'ormone della liberazione della corticotropina da parte dell'ipofisi. Questa agisce sul surrene che produce corticosterone. Esso, insieme ai suoi metboliti, raggiunge il cervello e induce sovra-alimentazione. Lo stress oltre a provocare sovra-alimentazione è un facilitatore del consumo di droghe. Lo stress agisce diminuendo le gratificazioni connesse con l'assunzione di cibo. L'esposizione cronica a cibi altamente palatabili (quelli che presentano una combinazione di livelli alti di zuccheri, grasi e sale) produce, alla stessa stregua delle droghe, un ricablaggio del circuito del piacere che promuove e amplifica un craving continuo.
Cap 4 sessualità
Il comportamento sessuale umano è caratterizzato da monogamia e rapporti sessuali con finalità eminentemente ricreativa (non procreativa). Questa sua caratteristica è stata condizionata DA UNA prerogativa del tutto singolare nella specie: la neotenia. E' il fenomeno per cui i piccoli della nostra specie raggiungono l'indipendenza solo dopo una lunga fase di preparazione, educazione e maturazione biologica. Alla base di questo fenomeno c'è lo sviluppo cerebrale post-natale (unico, per la sua entità, nella specie umana) che consente una maturazione cognitiva e comportamentale straordinaria. L'impegno prolungato nell'educazione e nella protezione della prole condizionano, da una parte, la monogamia e, dall'altra, la eminente finalità non riproduttiva del rapporto sessuale. La monogamia è, infatti, funzionale al lungo periodo di maturazione dei figli. L'esercizio della sessualità comporta un'attivazione del circuito del piacere del prosencefalo mediale. Gli orgasmi e gli innamoramenti ripetuti provocano cambiamenti nel circuito del piacere simili a quelli provocati dalle droghe e dal cibo. Possono anche essi provocare dipendenza per cui si passa gradualmente dal piacere alla necessità. A differenza che per le droghe e il cibo, in cui il dipendente procura male soprattutto a sé stesso, nel caso del sesso dipendente, viene procurata una serie di distruzioni emozionali in altre persone che vengono sfruttate come strumenti di piacere. All'attivazione del circuito del piacere corrisponde una disattivazione della corteccia pre-frontale del giudizio, del ragionamento e della inibizione delle azioni: le valutazioni logiche e il ragionamento sono sospesi.Per la formazione del legame sessuale nella coppia, sia negli uomini che nelle donne, entra in gioco l'ossitocina, un ormone prodotto dall'ipofisi, controllato dall'ipotalamo. E' l'ormone dell'attaccamento al partner e alla prole e della fiducia.Essa disattiva il centroi della paura nell'amigdala. Migliora l'empatia di un soggetto, ossia la capacità di dedurre lo stato emozionale del prossimo.L'ossitocina sarebbe, quindi, alla base di un modello neurochimico dell'attaccamento a lungo termine negli esseri umani.
Cap 5 Gioco d'azzardo e altri comportamenti ossessivi-compulsivi
Anche il gioco d'azzardo e l'uso dei video-giochi possono diventare compulsivi. Tra i giocatori d'azzardo il tasso di alcolismo è circa 10 volte più alto e il tasso di tabagismo 6volte, rispetto alla popolazione coetanea. questi dati riflettono una comune alterazione basilare del circuito del piacere dopaminergico. Molti sudi hanno dimostrato che una maggiore accessibilità al gioco d'azzardo aumenta la diffusione della dipendenza. Le conseguenze sono gravi. Infatti, la maggior parte dei dipendenti da gioco d'azzardo si indebita pesantemente. Molti, addirittura, finoscono per commettere crimini per coprire le proprie perdite. Il tasso dei suicidi è molto alto nei dipendenti da gioco d'azzardo. Fra i membri dei "giocatori anonimi" sale al 20%, in un altro gruppo arriva fino al 40% (pg 131) Perché succede? I nostri cervcelli ono programmati in modo da trovare determinati tipi di incertezze piacevoli o gratificanti. Siamo programmati per rimanere inebriati dagli eventi rischiosi. Nell'antichità, per gli esseri umani, la tendenza ad assumere rischi potrebbe avere avuto un ruolo più adattativo per gli uomini cacciatori che per le donne raccoglitrici. Questo potrebbe anche spiegare la maggior inclinazione degli uomini odierni a sviluppare una dipendenza da gioco. Le vincite mancate aumentano la dedizione al gioco d'azzardo. Perciò i produttori di slot machine programmano i loro apparecchi per alzare la frequenza di vincite mancate oltre la media casuale.
Cap 6
Piaceri virtuosi L'esercizio fisico è in grado di attivare il circuito del piacere. Esso può arrivare a generare dipendenza, tanto da avvertire il bisogno di attività fisica "solo per sentirsi normali".E' innegabile che faccia bene al sistema CV, respiratorio, endocrino. rallenta il declino cognitivo tipico dell'invecchiamento. Ha un effetto anti-depressivo Induce un aumento di endorfine e endocannabinoidi. Provoca la crescita nel cervello di nuovi capillari ematici oltre che la ramificazione di alcuni dendriti neuronali.L'ooposto del piacere non è il dolore, così come l'opposto dell'amore non è l'odio, ma l'indifferenza. L'opposto del piacere è la noia, ovvero la mancanza di interesse nei confronti delle sensazioni e delle esperienze. Nel lessico delle neuroscienze sia il piacere che il dolore indicano "salienza", ossia eventi importanti che non possiamo ignorare. Così come per il piacere anche per il dolore esiste una via sensoriale discriminatoria che attraversa la porzione laterale del talamo e arriva alla corteccia somato-sensoriale primaria e una via parallela coinvolta nella percezione emotiva del dolore che percorre il talamo mediale e arriva all'insula e alla corteccia cingolata anteriore. La meditazione, il fare beneficienza a loro volta attivano il circuito del piacere. Abbiamo già visto come l'apprendimento può trasformare il piacere semplice e innato prodotto da stimoli ancestrali come il rapporto sessuale e il cib in fenomeni molto più complessi. L'interazione di piacere e apprendimento associativo è la classica arma a doppio taglio. La capacità dell'esperienza di produrre cambiamenti a lungo termine nel circuito del piacere fa sì che le ricompense arbitrarie e le idee astratte possano essere percepite come piacevoli. Questo è un fenomeno che spiega gran parte del comportamento e della cultura umana. Sfortunatamente, però, lo stesso processo fa sì che il piacere possa trasformarsi anche in dipendenza.
Cap 7 Il futuro del piacere
Siccome sappiamo che lo stress è un fattore che aumenta la frequenza di ricadute comune a molte dipendenze (es. alcol e gioco d'azzardo..), una soluzione ovvia è cercare di ridurre lo stress attraverso norme comportamentali come la meditazione e l'esercizio fisico. Un'altra è interferire con l'azione dell'ormone dello stress nel cervello utilizzando farmaci bloccanti dei recettori per gli ormoni dello stress. La Rmn funzionale fornisce informazioni molto grezze. Essa non misura direttamente l'attività neuronale, ma l'aumento locale del flusso sanguigno.Oggi, persino i migliori scanner cerebrali hanno una risoluzione spaziale di circa 1 mm e una risoluzione temporale di diversi secondi.