Richard Wilkinson, Kate Pickett. La misura dell'anima. Feltrinelli ed 2009.

Richard Wilkinson, Kate Pickett. La misura dell'anima. Feltrinelli ed 2009.

Prefazione

E' un importante contributo scientifico per comprendere come migliorare la qualità della vita di tutti i membri delle società moderne.

Ma, al contrario che nelle scienze naturali, nelle scienze sociali le nuove acquisizioni di conoscenza sul funzionamento delle società si scontrano con le idee tradizionali e con potenti interessi precostituiti. Si potrebbe citare l'esempio di Semmelweiss a proposito della prevenzione della febbre puerperale a metà dell'800. Fu ridicolizzato, emarginato e spinto alla follia e al suicidio.


1 la fine di un'era

Ognuno di noi è teso a migliorare la propria posizione individuale e quella dei propri figli. La nostra epoca è caratterizzata da un contrasto tra il successo materiale e l'insuccesso sociale. Questo contrasto ci indica che per elevare la vera qualità della vita dobbiamo spostare l'attenzione dalla crescita del reddito al modo di migliorare il benessere psicologico e sociale di intere collettività.

Il modo migliore poggia a sua volta su basi materiali, ma, almeno nei Paesi ricchi, non su un aumento del reddito, ma su una sua più equa distribuzione.

Infatti, il grado di sperequazione dl reddito ha un effetto determinante sul modo in cui ci rapportiamo gli uni agli altri, sulla nostra salute fisica e sul benessere psicologico e sociale.

DIMOSTRAZIONE

La crescita economica di per se stessa ha esaurito i suoi effetti benefici per la nostra società. Gli indicatori del benessere e della felicità non crescono insieme con il reddito nazionale pro-capite. Lo stesso accade per la longevità. Vedi fig 


Le popolazioni dei Paesi sviluppati sono giunte al termine di un lungo percorso storico.Si potrebbe constatare lo stesso effetto anche per serie storiche riferite allo stesso Paese (fa eccezione la longevità perché essa sta ancora crescendo nel tempo (la mia ipotesi è che essa sia molto correlata con le condizioni vissute nei primi anni di vita, quelli dello sviluppo. I miglioramenti della prima metà del 900 si trascineranno, così, fino alla prima metà del 21' secolo).

I miglioramenti per i Paesi più ricchi dipendono dalle differenze di reddito interne a ciascuna società. All'interno di ciascun paese la salute è correlata col livello di reddito. tanta meno sperequazione esiste tanto meglio stanno tutti: meno ansia, depressione, criminalità, violenza, alcol, droga..

Questo succede in un'epoca minacciata dal riscaldamento e da mutamenti climatici che ci segnalano come insostenibili gli attuali livelli di consumo. Ci sono indizi importanti che ci impongono di iniziare una nuova era.


2 Povertà o disuguaglianza?

Nonostante l'aumento del reddito non influisca più sul livello di benessere, nei Paesi ricchi (influenzato, viceversa, negativamente dalla gravità della sperequazione), all'interno di ciascun Paese, i problemi sanitari e sociali restano fortemente correlati col reddito.

Ma, a parte i casi in cui ci siano problemi legati al pane o al riparo di un tetto, non è il reddito in  assoluto a provocare questi impatti, bensì la posizione relativa che occupa un individuo rispetto agli altri della società in cui vive.

Promuovere società meno sperequate ha una forte valenza preventiva: medici e infermieri, polizia e penitenziari, insegnanti di sostegno e psicologi potrebbero essere riconvertiti ad altri fini.

Differenze di reddito portano a differenze di cultura e di comportamenti. 

Vedi Fig n. 2







3 Gli effetti profondi della disuguaglianza

Per rimediare e prevenire i mali della disuguaglianza, bisogna attenuare le disparità economiche presenti all'interno di una società.

Le sperequazioni fanno crescere ansia, depressione, consumo di alcol e droga, criminalità, violenza...

L'appartenenza a uno strato sociale inferiore ci fa riconoscere come esseri inferiori. Non è più l'appartenenza alla nostra comune natura umana a determinare la nostra dignità, ma lo sono il reddito e gli oggetti che possediamo. La dignità della vita umana viene misurata dal possesso e dalla capacità di acquisire dei beni.

E' cresciuta un'autostima morbosa, narcisistica, insicura che teme la svalutazione degli altri e ci espone alla vergogan e all'umiliazione.


4 Vita di comunità e relazioni sociali

La disuglianza è un fattore di divisione sociale. Ha l'effetto di corrodere la fiducia tra governo e cittadini, tra ricchi e poveri, tra maggioranza e minoranza. Gli effetti sulla vita quotidiana sono dirompenti. Un esempio è l'uragano Katrina nel 2005. L'esercito fu mandato a New Orleans non per aiutare la popolazione locale, ma per difendere la proprietà privata e sparare agli sciacalli. L'empatia si prova soltanto verso coloro che vengono considerati uguali e appartengono allo stesso gruppo.

I livelli di fiducia più alti si registrano nei Paesi scandinavi e nei Paesi bassi (v fig 4.1 dove ci sono meno sperequazioni. Peggio di tutti è il Portogallo.

Gli individui che si fidano degli altri sono ottimisti e sentono di avere il controllo della propria vita. Vedi Fig 4.3 riferita a tempi diversi sulla relazione tra fiducia e sperequazione negli Usa.

C'è una relazione tra fiducia e salute (29 biblio): chi si fida degli altri vive più a lungo.

Suv e comunità recintate come segno di diffidenza. Anche la condizione femminile risente della disuguaglianza. I Paesi meno sperequati sono anche i più generosi negli aiuti internazionali (eccezione Uk forse per i suoi antichi rapporti coloniali).


5 salute mentale e consumo di droghe.

Godere di una buona salute mentale significa essere capaci di badare a sé stessi, nutrire un livello appropriato di autostima. Le persone che non hanno un'adeguata opinione di sè temono di essere respinte, si tengono a distanza dagli altri e restano intrappolate in un circolo vizioso di solitudine

In Uk e Usa circa 1/10 dei bambini tra 5 e 16 anni soffre di qualche disturbo mentale (nell'area delle emozioni, della concentrazione, del comportamento e del rapporto con gli altri).

La percentuale sale a circa il 25% degli adulti, di cui il 25% in modo grave. 

I confronti tra diversi Paesi possono essere difficili per questioni culturali. Si possono dare,  infatti, diverse definizioni dei disturbi mentali, ci può essere una maggiore o minore tolleranza rispetto alla diversità. (Dsm tenta di superare il problema della definizione di caso).

Indagine Oms del 1998 in un campione di Paesi economicamente avanzati: nei Paesi più sperequati c'è una maggiore prevalenza di disturbi mentali (eccezione l'Italia e Spagna: cultura latina? migliori relazioni inter-personali, familiari?). 

Fig 5.1 Le differenze correlate con le sperequazioni sono più che triple (dall'8% al 26% di frequenza dei disturbi mentali nei 12 mesi precedenti l'intervista a seconda del grado di sperequazione). Sono più correlati gli stati d'ansia, le turbe psichiche gravi, i disturbi legati al controllo dell'impulsività. La correlazione vale anche per i bambini e ragazzi in età scolare. I disturbi dell'umore hanno una correlazione minore. Inoltre, nei maschi Usa dei vari stati questa correlazione non è stata trovata. Anche il consumo di droghe illegali segue lo stesso andamento.

Perché? 

Nelle società più sperequate si attribuisce un valore crescente all'accumulo di denaro e beni materiali, alla propria immagine, al diventare famosi. Si investe di più nel perseguimento della ricchezza materiale a spese della vita familiare e delle relazioni sociali. Prevale un'ansia da status sociale così assillante da compromettere intere fasi esistenziali. Se non si riesce a raggiungere e mantenere un certo livello nella scala sociale siamo condannati, da un lato, a nutrire risentimento verso quanti hanno successo (invidia) e, dall'altro, di vergognarci di noi stessi.

La spiegazione, quindi, sarebbe attribuibile alla mancanza di relazioni sociali, ai bassi livelli di fiducia e a una debole vita di comunità. 



6 salute fisica e speranza di vita

Nell'800 e nei primi decenni del 900 le malattie infettive rappresentarono i problemi prioritari di sanità pubblica.

La dotazione di acqua potabile,di fognature, lo smaltimento dei rifiuti, l'igiene degli alimenti, la salubrità degli alloggi rappresentarono la risposta principale a questi problemi.

Nel 900 con la diminuzione della patologia infettiva e l'incremento di quelle cronico-degenerative, si verificò un cambiamento noto come transizione epidemiologica.

Si passò da un'era di alta natalità e alta mortalità a un periodo caratterizzato da una mortalità inferiore dovuta soprattutto alle malattie croniche. La risposta principale della sanità pubblica consistette in questa fase nell'incoraggiare stili di vita sani per evitare i fattori di rischio e prevenire le malattie. Ma nei decenni recenti ci si accorse che i fattori di rischio spiegavano solo 1/3 dell'eccesso di rischio per mortalità cardiovascolare. Lo stress e la sensazione di avere perso il controllo sulla propria vita e il lavoro sembravano più influenti. Anche le relazioni che intratteniamo con altri, l'ostilità e l'integrazione sociale hanno influenza.

Insomma, status, reti sociali e stress nella prima infanzia costituiscono i fattori che nei Paesi economicamente avanzati influenzano maggiormente la salute. C'è un collegamento tra fiducia sociale e salute della popolazione.

Agli Usa è ascrivibile il 40-50% della spesa sanitaria mondiale benché ospitino meno del 5% degli abitanti del pianeta. Eppure la speranza di vita di un neonato Usa è di 1,2 anni più bassa di quella di un neonato greco. Ha il 40% di p in più di morire entro i primi 12 mesi. Per di più, gli uomini di colore di Harlem hanno minori speranza di raggiungere i 65 anni rispetto agli uomini del Bangladesh.

La fig 6.2 dimostra che la speranza di vita non è correlata alla spesa sanitaria pro-capite nei Paesi ricchi. Invece, è correlata con le sperequazioni socio-economiche così come la mortalità infantile e molto altro. Lo studio capostipite è stato 81


 e poi ripreso nelleditoriale 82.

Le disuguaglianza di salute non penalizzano solo gli indigenti, esse permeano l'intera società, cosicché anche gli individui relativamente benestanti hanno una speranza di vita media più bassa di quella dei super-ricchi. Sembra che in Uk nei 2 decenni delle guerre mondiali la vita media aumenti 2 volte di più che negli altri decenni del 900: ci furono infatti meno sperequazionji e maggiore coesione sociale (ndr mi sembra poco credibile questa spiegazione..)

A partire dai primi anni 90 la Russia ha visto diminuire bruscamente la speranza di vita perché si è verificato un rapido incremento delle disuguaglianze.


7 Obesità e disparità dei redditi

I criteri per valutare il proprio peso sono definiti dal body mass index: < 18,5 sottopeso; 18,5-25 normopeso; 25 -30 sovrappeso; > 30 obeso.

Negli Usa circa il 30% della popolazione è obeso. In Uk più del 20% è obeso.

Aumentano malattie CV, ipertensione, diabete tipo 2, calcoli biliari, tumori. Nelle femmine è ancora più pronunciata che nei maschi.

A parte la salute fisica l'obesità danneggia anche quella psicologica e sociale.

Una volta i ricchi erano grassi e i poveri magri. Oggi questo andamento si è invertito. All'aumentare dei tassi di obesità i gradienti sociali sono diventati più ripidi. Negli Usa la prevalenza di obesità è 12 volte superiore a quella del Giappone (dove il tasso è circa 2,5%). Gli obesi mangiano di più e fanno meno attività fisica. Mangiano per consolazione.

Sembra che l'obesità si ripercuota sulla mobilità sociale in modo maggiore per le femmine che per i maschi. Per questo la correlazione tra status sociale e obesità è più evidente  per le donne.

I neonati di basso peso sono più portati all'obesità, mal CV e diabete tipo 2.

Le politiche sanitarie si concentrano prevalentemente sul singolo, non tengono conto del ruolo svolto dalla depressione, dallo stress in gravidanza, dalle disuguaglianze economiche.


8 rendimento scolastico

Un grado di istruzione superiore consente di leggere e interpretare meglio ciò che accade nel mondo. Consente anche di gestire più consapevolmente gli aspetti prosaici della vita e di godere maggiormente di quelli più poetici.

Un fattore che più di ogni altro influisce sul rendimento scolastico è l'ambiente familiare (vedi Marmot figura). Alcune società riescono meglio di altre a garantire un'equa uguaglianza delle opportunità a tutti. L'apprendimento comincia alla nascita vedi fig 8.1 e 8.2. I paesi con maggiori sperequazioni presentano tendenzialmente rendimenti scolastici inferiori. Sono i risultati dell'indagine Programma for International Student Assessment (pisa). Fig 8.4 Nei Paesi con minori sperequazioni c'è una maggiore mobilità sociale ascendente rispetto alla posizione dei propri genitori per quanto riguarda il grado di istruzione. Già all'età di 3 anni i bambini provenienti da famiglie svantaggiate hanno fino a 12 mesi di ritardo nella formazione rispetto ai coetanei cresciuti in un ambiente privilegiato. I bambini hanno bisogno di calore, di stimoli, di tempo e di attenzione. La società può fare molto per i minori:

1) congedi per maternità più lunghi (in Italia i primi 3 mesi con stipendio, poi fino a 9 mesi con 1/3 dello stipendio)

2) AGEVOLAZIOJNI FISCaLI E SUSSIDI

3) EDiLIZIA POPOL,ARE

4)servizi sanitari 

5) istruzione materna e primaria di alta qualità.

I programmi di istruzione per la prima infanzia possono favorire lo sviluppo fisico, cognitivo, sociale ed emotivo del bambino modificando positivamente il suo percorso di vita futuro.

Le analisi costo-beneficio evidenziano il valore dell'investimento in interventi di questo tipo.

Le disuguaglianze non influiscono sullo sviluppo del bambino esclusivamente tramite il loro impatto sulle relazioni familiari, ma anche direttamente.

L'apprendimento, infatti, migliora quando non ci si percepisce inferiori agli altri, quando l'autostima e il riconoscimento sono più alti. Le sperequazioni, oltre a diminuire il rendimento scolastico elevano illusoriamente le ambizioni dei bambini per lavori di prestigio. Perciò alimentano anche le delusioni.


9 gravidanze in adolescenza: la deprivazione che si rigenera

Le gravidanze nell'adolescenza sono più frequenti nei Paesi con maggiori disparità economico-social.

I neonato hanno maggiore possibilità di essere di basso peso, di morire nei primi anni di vita, di non completare gli studi, commettere reati e di diventare essi stessi genitori adolescenti.

Sono associate a un ciclo intergenerazionale di deprivazioni.

Negli Usa il tasso è del 52,1 per mille adolescenti, 4 volte più alto delle medie europee e 10 volte più alto del tasso giapponese pari a 4,6 per mille.

In Italia e Spagna i tassi sono sorprendentemente bassi. a seguito della maternità precoce le donne vengono emarginate dalle attività e dai contesti sociali.


10 Violenza: farsi rispettare

La paura della violenza influisce sulla qualità della vita di molti, ma soprattutto dei più vulnerabili: i poveri, le donne e i gruppi minoritari.

Essa non sempre rispecchia l'obbiettività dei dati di fatto, delle statistiche.

I tassi di omicidio raggiungono un picco nella tarda adolescenza e fno a 25 anni per gli uomini, mentre i tassi per le donne sono molto inferiori a tutte le età.

Nella fig 10.1 l'andamento per età è simile per la città di Chicago e l'Inghilterra, ma i tassi di Chicago sono circa 30 volte superiori. Perché?

Gli atti di violenza sono interpretati come i tentativi di respingere o eliminare il sentimento di vergogna o umiliazione, un tentativo di lavare via l'onta della vergogna. La violenza è diffusa soprattutto tra i giovani delle classi sociali più basse che devono lottare per difendere il proprio onore e quel poco di status sociale che hanno. La presenza di forti disparità economiche fa aumentare la posta in gioco nella competizione per lo status rendendo la violenza meno evitabile (v fig 10.2). I bambini che crescono senza il padre tendono a sviluppare atteggiamenti ipermascolini.

L'assenza del padre, fisico o funzionale è un fattore correlato con la violenza. Anche le esperienze scolastiche (bullismo) e di quartiere influiscono. La violenza degli adulti è correlata con quella subita nell'età infantile. al diminuire delle disparità economiche diminuiscono anche le violenze.


11 incarcerazione  e punizione

La numerosità della popolazione carceraria dipende da 3 fattori:

- il tasso di criminalità;

- la tendenza a condannare al carcere;

- la durata della pena detentiva.

Abbiamo già visto come i crimini violenti siano più frequenti nelle società più sperequate.

Per la massima parte, l'incremento di 4 volte che si è verificato negli Usa dal 1978 al 2005 è dovuto a una maggiore severità di giudizio e a un aumento della durata della pena detentiva.

Nella fig 11.1 si vede come i Paesi più sperequati hanno tassi di detenzione carceraria più alti, anche perché sono più punitivi.

Purtroppo il carcere non ha una funzione riabilitativa. Il miglior modo di trasformare una persona tranquilla in un individuo violento è mandarla in prigione. Il carcere e la pena non hanno nemmeno una funzione deterrente. Si assume che il carcere abbia queste 4 finalità ufficiali: punizione, deterrenza del crimine, interdizione dei criminali pericolosi, riabilitazione. In realtà, almeno negli Usa, hanno invece queste 3 finalità ufficiose:

- controllo di classe (nei confronti di un sottoproletariato "criminale";

- l'individuazione di un capro espiatorio per distogliere l'attenzione dai problemi sociali più gravi, es. la crescita della disuguaglianza; 

- l'ostentazione della minaccia di una classe pericolosa allo scopo di trarne dei benefici politici.

Nelle società con forti disparità economiche il denaro pubblico è dirottato dalla spesa per l'assistenza sociale, l'istruzione e così via ai sistemi penali e di repressione.


12 Mobilità sociale: inique opportunità

La mobilità sociale è impossibile dove lo status sociale è determinato da fattori religiosi o giuridici.

Nelle moderne società democratiche, invece, c'è mobilità sociale sia intra che inter-generazionale.

Si studia la mobilità del reddito nel corso della vita (intra) e si confronta la posizione del reddito dei genitori alla nascita dei figli con quella dei figli giunti all'età di 30 anni (Fig 12.1)

L'istruzione pubblica è un fattore cruciale di equa eguaglianza delle opportunità.

C'è una maggiore segregazione geografica tra ricchi e poveri all'aumentare delle sperequazioni economiche, insieme con una minore mobilità.

Quando la concentrazione della povertà è elevata, i poveri devono far fronte non solo alla loro indigenza, ma anche a quella dei loro vicini di casa. La concentrazione dei poveri in aree degradate acuisce ogni tipo di tensione: tempi di spostamento più lunghi, più incidenti, più inquinamento, scuole più scadenti, servizi meno qualificati, violenza delle bande, maggiore rumore e schiamazzi...

Nelle società più sperequate i rapporti sono orientati al dominio; in quelle più egualitarie all'inclusione e all'empatia. 


13 società disfunzionali

I problemi sanitari e sociali delle società benestanti tendono a essere più frequenti nelle società più sperequate.

1) le differenze sono molto ampie, da 3 a 10 volte più alte;

2) queste differenze non riguardano solo i gruppi più svantaggiati socialmente, che nelle società più sperequate potrebbero stare peggio che nelle società più egulitarie, ma si riflettono sull'intera popolazione.

Ci sono quindi società disfunzionali.

Nelle società più sane si trovano i Paesi scandinavi e il Giappone. All'altro estremo si trovano gli Usa, il Portogallo e  il Regno Unito. V. fig 13.1 che è uguale a 2.2

L'unico problema che presenta una maggiore incidenza nel Paesi più orientati all'eguglianza è il suicidio. Spesso, il suicidio, infatti, è inversamente correlato all'omicidio. La rabbia può essere rivolta o verso gli altri o verso se stessi. E' difficile che nelle società più sperequate, afflitte da un narcisismo difensivo, si rivolga l'aggressività contro se stessi.

Perché un rapporto causale?

Negli studi di correlazione geografica possono esserci moltitudini di variabili non considerate a priori potenzialmente capaci di spiegare la relazione. Ma, ad esempio, Svezia e Giappone, pure essendo molto diversi per il ruolo della donna e per lo Stato sociale (molto più debole in Giappone) , sembrano assomigliarsi, invece, solo per la bassa sperequazione dovuta a una maggiore uniformità dei redditi di mercato in Giappone. Una minore disuguaglianza può essere raggiunta, infatti, o tramite il sistema fiscale redistributivo oppure con la riduzione della differenza dei redditi..

Nell'indagine Ocse si dimostra che non c'è alcuna correlazione tra spesa pubblica sociale misurata come percentuale sul Pil e indici di problemi sanitari e sociali.

La spesa pubblica, infatti, può essere diretta a prevenire i problemi sociali oppure, dove la sperequazione dei redditi si è aggravata, a gestirne le conseguenze.

Nelle società più diseguali. i disturbi mentali appaiono 5 volte superiori, così come la p di essere imprigionati, 6 volte la p di essere obesi..

Questi problemi affliggono la maggior parte della popolazione.

Ad esempio, la differenza della vita attesa tra Giappone e Usa è di 4,5 anni. questa differenza non risulta dal fatto che, ad esempio, il 10% della popolazione più povera negli  Usa abbia una vita attesa di 45 anni mentre l'altro 90% della popolazione Usa si uniformi al Giappone. Esempio fig. 13.3 di confronto tra Svezia e Inghilterra dove i tassi di mortralità della classe sociale inferiore in Svezia sono inferiori a quelli della classe sociale più alta in Inghilterra. La disuguaglianza può essere paragonata a un agente inquinante che contamina l'intera società.

Tutti gli studi empirici dimostrano che anche i gruppi più ricchi hanno tutti da guadagnare da una minore sperequazione dei redditi.

Sulla base di numerose indagini si è scoperto che la diseguaglianza di salute dei singoli Paesi non differivano molto da una nazione all'altra (ndr aumentavano pressapoco allo stesso modo i RR con i gradienti sociali). Quindi una minore sperequazione non agiva tramite una riduzione della differenza relativa tra le classi sociali, ma tramite la riduzione dei tassi di incidenza per tutti.

Tutti i grafici del libro sono basati su studi trasversali. Tuttavia, si è scoperto che nei 6 anni successivi al crollo dei regimi comunisti (1989-2005) i Paesi dell'Europa dell'est che sono andati incontro a una progressiva sperequazione hanno visto diminuire maggiormente l'attesa di vita. Negli anni 50, inoltre, gli Usa vantavano l'attesa di vita più alta nel mondo. Quella del Giappone era relativamente bassa. Negli anni 80 questo rapporto si è invertito. Il rapporto causale è dimostrato: il suo meccanismo è dovuto alla coesione sociale, alla fiducia, allo stress minore tipico delle società meno sperequate. Le relazioni sociali sono importantissime per la salute (vedi reti).

La diseguglianza ha profondi effetti psicosociali!


14 la nostra eredità sociale

Minori sperequazioni procurano minori problemi sanitari e sociali. Ma è possibile ottenere società meno sperequate?

L'esempio di diversi paesi del mondo economicamente sviluppato dimostrerebbe di sì: il Giappone e i Paesi nordici stanno a testimoniarlo.

La teoria economica classica postula che l'interesse egoistico sia la spinta fondamentale dell'agire umano. ma basta vivere in società meno sperequate per vedere emergere una natura umana più solidale, amichevole, meno ostile e competitiva.

Secondo Hobbes che nel 600 scriveva di filosofia politica, ogni uomo sarebbe come un lupo nei confronti degli altri uomini perché competerebbe con loro per procacciarsi risorse scarse. Ma gli uomini sono capaci anche di cooperare e di assistersi reciprocamente. Nella storia umana, fino all'avvento dell'agricoltura, gli uomini erano cacciatori e raccoglitori. La vita economica e sociale era basata sullo scambio di doni, la condivisione di cibo e su condizioni egualitarie.

Da un punto di vista genetico, noi abbiamo più in comune con le scimmie antropomorfe bonobo che con gli scimpanzé (più gerarchici e aggressivi) per quanto riguarda il comportamento sociale, sessuale e genitoriale.

La moderna disuguaglianza è nata e si è diffusa con lo sviluppo dell'agricoltura, circa 10.000 anni fa.

Oggi esistono concezioni diverse di essere umano e di potere. Ci sono modelli di società basati sul dominio e altri basati sulla partecipazione.

Le società più stratificate e gerarchiche sono più stressanti. LE ESPERIENZE STRESSANTI VISSUTE DALLA DONNA IN GRAVIDANZA SI TRASMETTONO AL bambino influenzandone lo sviluppo prima della nascita.

Anche le esperienze del bimbo nella prima età della vita rivestono un ruolo cruciale per il suo successivi sviluppo, sulla sua crescita emotiva e cognitiva (NDR vedi costruzione della coscienza).

Ci sono dei periodi critici o particolarmente sensibili. Potrebbero esserci della fasi caratterizzate da processi "epigenetici" in base ai quali i geni possono essere attivati o disattivati in funzione della prima esperienza fatte. Molti studi hanno dimostrato che i comportamenti conosciuti nell'infanzia tendono a essere replicati nell'età adulta. Ad esempio, i bambini maltrattati o abusati tendono ad abusare e maltrattare a loro volta nel corso della vita adulta. Le sperequazioni comportano un degrado nella qualità delle relazioni. Il nostro apparato cerebrale è fatto per la condivisione, per l'empatia. Attraverso i neuroni a specchio reagiamo alla sofferenza altrui come se la provassimo noi stessi. C'è anche un ormone, l'ossitocina che influisce sull'attaccamento genitoriale e tra i partner sessuali. L'ossitocina fa aumentare la propensione alla fiducia.

La sofferenza provocata dall'esclusione sociale coinvolge le stesse aree cerebrali interessate dalla sofferenza fisica. Date le nostre caratteristiche biologiche, le strutture sociali che fomentano la disuguaglianza, l'inferiorità e l'esclusione sono fonte di grandissima sofferenza sociale, sono disfunzionali.


15 Uguaglianza e sostenibilità

Per contrastare il riscaldamento globale occorre contrastare il consumismo competitivo e per fare questo occorre diminuire le disparità economiche. LA CRESCITA ECONOMICA nei Paesi del mondo industrializzato non può più contribuire a migliorare il benessere. Ma quali sarebbero le conseguenze del consumare meno? La sostenibilità è compatibile con il mantenimento della qualità della vita? E' possibile ottenere bassi tassi di mortalità infantile senza alti livelli di emissioni di CO2 nell'aria?

E' vero che è difficile persuadere il capitalismo a limitare la crescita: è come volere persuadere un essere umano a smettere di respirare. Eppure noi abbiamo bisogno di incentivi per fabbricare e preservare più a lungo beni durevoli. Il consumo è motivato in larga misura dalla competizione per lo status. I consumi dei ricchi rendono tutti gli altri insoddisfatti del proprio stile di vita, tanto che sono disposti ad indebitarsi e a lavorare l'equivalente di 2 o 3 mesi in più ogni anno. Una volta soddisfatti i bisogni primari ciò che conta è la posizione rispetto agli altri. Si parla, perciò, di consumo vistoso, di confronto antagonistico.

Oggi c'è la propensione a scegliere i beni di consumo per il loro valore "sociale" più che per il loro valore d'uso: ossia per il prestigio, l'ammirazione che conferiscono.

Nella fig 15.4 si evidenzia come nei Paesi meno sperequati si ricicla anche una maggiore quantità di rifiuti.


16 Costruire il futuro.

Concentrare l'attenzione sulle disparità economiche presenti all'interno di ciascun Paese non significa ignorare quelle esistenti a livello internazionale. I dati dimostrano che i Paesi più attenti ai problemi della diseguaglianza tendono a destinare ai Paesi in via di sviluppo una percentuale del proprio Pil 4 volte più alta rispetto a quelli più sperequati. Essi sono anche più sensibili alla riduzione delle emissioni di CO2. Chi cresce in una società più sperequata matura anche una diversa visione della natura umana.

Oggi le disuguaglianze non ci interessano solo per un ideale di giustizia e per la privazione dei poveri, ma per le disfunzioni che recano all'intera società.

Le analisi dicono che le società più inclini all'uguaglianza non conseguono risultati inferiori in campo intellettuale, artistico o sportivo.

Oggi si punta molto sulla responsabilizzazione individuale per la salute di ciascuno. Ma, sulla base di quanto si sa, la politica può fare davvero tanto. I tentativi di risolvere problemi sanitari e sociali tramite la fornitura di servizi specializzati si sono rivelati costosi e solo parzialmente efficaci, nel migliore dei casi. hanno l'aria di essere più una forma di cosmesi politica, una dimostrazione di buone intenzioni. Ma occorre agire sui determinanti di salute, sulle cause delle cause e, perciò, ridurre le diseguaglianze.

L'assunto inconfessato è che i poveri, in particolare, possano continuare a vivere nelle stesse condizioni ma senza più soccombere ai disturbi mentali, alle gravidanze adolescenziali, agli insuccessi scolastici, alle tossicodipendenze, all'obesità.

L'idea di fondo è che ciascun problema abbia bisogno della sua specifica soluzione non essendo collegato agli altri. Si deve semplicemente insegnare ai poveri ad essere più assennati.

Esistono parecchie vie per giungere alla stessa meta di una maggiore equità.

Ad esempio, attraverso la redistribuzione e un welfare generoso oppure, come in Giappone, riducendo le differenze nei redditi. Ci sono diverse combinazioni di entrambi i modi.

Ad esempio, in Giappone la percentuale di Pil destinato alla spesa pubblica è molto bassa, al terzultimo posto (gli Usa sono al penultimo). tra i paesi sviluppati.

In molti stati degli Usa la spesa per le carceri è superiore a quella dell'istruzione. E' meglio garantire un'assistenza alla famiglia con bambini piccoli fin dalla gravidanza che intervenire dopo con attività riparative.

Da diversi anni la politica progressista manca di una chiara visione di una società migliore. Il materialismo e il consumismo prevalgono sul valore dell'amicizia e della solidarietà per una vita più gratificante e gioiosa. La disparità dei redditi è cresciuta in seguito all'indebolimento delle organizzazioni sindacali.

A condizionare gli accordi salariali contribuisce non solo la forza dei sindacati ma anche la normativa sulla rappresentanza sindacaLE NELLE aziende.

Il rapporto tra il compenso dell'amministratore delegato e quello dell'operaio nella industria è pari a 16/1 in Giappone, 21 /1 in Svezia, 31/1 in Uk e 44,1 negli Usa.

Oggi almeno la metà delle maggiori economie del mondo sono multinazionali. L'insuccesso delle economie collettivistiche non deve indurci a pensare che non ci siamo alternative al capitalismo più selvaggio. Ci sono le organizzazioni non profit, le cooperative, le aziende pubbliche. Queste ultime hanno cominciato a farsi una cattiva reputazione quando i governi hanno messo le mani sui loro profitti e hanno tenuto artificialmente bassi i prezzi per ridurre le pressioni inflazionistiche nell'economia nazionale. L'impresa a scopo di lucro non è l'unica maniera in cui si può lavorare insieme.

Cosa fare? Ad esempio, stabilire un tetto massimo agli stipendi dei dirigenti, aumentare le aliquote di imposta sui rediti più alti, incoraGGIARE i piani di partecipazione azionaria dei dipendenti (che migliorano anche i risultati aziendali).

Ma la proprietà azionaria deve essere abbinata a metodi di gestione più partecipativa.

Le persone vivono meglio quando esercitano un maggior controllo sul loro lavoro. Ciò comporta il passaggio dall'idea di impresa come oggetto di possesso a quello di impresa come comunità che lavora, il cui valore dipende soprattutto dal capitale umano di cui è dotata.

La libertà e l'uguaglianza non sono valori antitetici, ma complementari. La libertà dipende dall'uguaglianza davanti alla legge e dall'uguaglianza delle opportunità, delle parti di un contratto..

Oggi la tecnologia consente di diminuire i costi marginali (quelli sostenuti per un'unità di prodotto aggiuntivo). In un mercato concorrenziale, secondo la teoria economica, i prezzi diminuiscono fino a eguagliare i costi marginali. La drastica riduzione dei costi marginali crea un divario sempre più alto tra la massimizzazione del profitto e la massimizzazione del benessere sociale. Si poterebbe affidare ad enti pubblici il compito di negoziare il prezzo d'acquisto dell'accesso ad internet o dei diritti d'autore per l'intera nazione. Si devono trovare nuovi modi di retribuire a individui e organizzazioni la ricerca,la creatività e l'innovazione: es. i farmaci salva-vita, innovazioni agricole in grado di attenuare il problema della fame ecc...

Dobbiamo anche impegnarci affinché il consumo ostentato non susciti più ammirazione e invidia ma venga visto piuttosto come un  segnale dell'avidità e ingiustizia che danneggiano la società e il pianeta. Oggi possiamo ritrovare l'ottimismo che deriva dalla consapevolezza che i problemi possono essere risolti. Promuovere l'equità significherà frenare il consumismo, lo sviluppo di nuove tecnologie, riducendo i costi marginali, consentirà di rendere disponibili una gran quantità di beni pubblici.

Inoltre, quasi tutte le politiche economiche e sociali influenzano la distribuzione del reddito. Lo strumento più naturale per incidere sulla disuguaglianza è una combinazione di tassazione e sussidi. Altre aree di intervento rilevanti sono la legislazione sul salario minimo, le politiche sull'istruzione, il mantenimento di bassi livelli di disoccupazione, l'applicazione di imposte sul valore aggiunto e sulle vendite differenziate sulla base della natura dei beni(necessità o lusso), gli aiuti alle famiglie con figli a carico, le imposte di successione (v pag. 270).