Hadot Pierre. Esercizi Spirituali E Filosofia Antica. Edizioni Einaudi, 2005, Torino

Come per l'esistenzialismo e per Bergson, la filosofia va intesa come una metamorfosi totale della maniera di vedere il mondo e di essere in esso.Anche per gli antichi questo era il significato della filosofia. Gli esercizi spirituali che le scuole filosofiche raccomandavano erano destinati a formare le anime. Le opere filosofiche dell'antichità non erano composte per esporre una teoria sistematica, ma per promuovere un effetto formativo.La filosofia antica è esercizio spirituale perché è un modo di vivere, la scelta di una forma di vita, un'arte di vivere, una pratica destinata a provocare un cambiamento radicale dell'essere, una vita pensata che mira all'esemplarità, alla perfezione. La filosofia, in quanto tale, si distingue, perciò, dal discorso filosofico. Questo, per gli stoici, si suddivideva in 3 parti: la teoria della logica, della fisica e dell'etica. Ma il filosofo non si occupa solo della teoria del ben parlare e del ben pensare: egli parla e pensa bene. Non si occupa della teoria del mondo fisico, ma contempla il cosmo, si immerge nella totalità del mondo. Non si occupa solo delle teorie dell'azione morale, ma agisce in maniera retta e giusta. La filosofia non si identifica con un linguaggio tecnico riservato a specialisti, ma con un esercizio vissuto, la pratica della logica, della fisica e della morale. Il modo di vivere filosofico non è una teoria divisa in parti, ma consiste nel vivere la logica, la fisica e l'etica.Il filosofo vuole imparare a vivere una vita umana, a fare della propria esistenza un mezzo di espressione. I filosofi sono gente strana, consapevoli del conflitto tra la vita che bisognerebbe vivere e gli usi e costumi dell'esistenza quotidiana. Soprattutto oggi vengono scambiati per fanatici. Forse perché l'esempio della loro vita esibisce un contrasto troppo aspro con le esistenze odierne trascinate dalle mode e dalla pubblicità. La loro diversità infastidisce. Eppure, se vogliamo cambiare e migliorare il mondo, dobbiamo prima di tutto migliorare noi stessi per essere all'altezza dei cambiamenti che auspichiamo..
La storia del pensiero ellenistico e romano
Il pensiero degli antichi, quello ellenistico e romano, trova la sua sintesi nel neoplatonismo che assorbe l'aristotelismo e lo stoicismo e, grazie alle traduzioni arabe e alla tradizione bizantina, dominerà in tutto il pensiero del Medioevo e del Rinascimento e sarà il comune denominatore delle teologie e mistiche ebraiche, cristiane e musulmane.
Esercizi spirituali
Gli stoici lo dichiarano esplicitamente. Per loro la filosofia non consiste nell'insegnamento di una teoria astratta o nell'esegesi di un testo, ma in un'arte di vivere., in uno stile di vita determinato che impegna tutta l'esistenza Tutta l'infelicità dell'uomo deriva dal fatto che cerchi di conseguire o conservare beni a rischio di non essere ottenuti o essere persi. Allo stesso modo cerca di evitare mali che spesso sono inevitabili. I beni che si possono sempre ottenere e i mali che possono sempre essere evitati sono quelli che dipendono solo da noi, dalla nostra libertà: il bene morale e il male morale. Di questi soltanto dobbiamo preoccuparci, delle azioni rette conformi alla ragione. L'essenza del platonismo sta nell'affermazione che la ragione ultima degli esseri è il bene. L'attenzione è l'atteggiamento spirituale costante dello stoico: per distinguere ciò che dipende da noi e ciò che non dipende da noi. La vigilanza va concentrata sul minuscolo momento presente, sempre padroneggiabile, sempre sopportabile nella sua esiguità. La meditazione (Prae-meditatio malorum) ci permetterà di essere preparati di fronte a circostanze ed eventi che destano la nostra attenzione. L'atteggiamento costante dell'epicureo è una gratitudine profonda verso la natura e la vita che, se sappiamo leggerle appropriatamente, ci offrono incessantemente il piacere e la gioia. Il dialogo con se stessi è connesso col dialogo con altri. Quanto più ricco e profondo è il dialogo interno tra le molteplici voci di un sé multiforme, tanto più significativo è l'esercizio dialettico che, sottomesso alle esigenze del logos, assurge a rappresentare un itinerario dello spirito verso il divino. La filosofia viene presentata anche come un esercizio della morte. Per Platone la morte non può spaventare chi abbia già assaggiato l'immortalità del pensiero. Per l'epicureo il pensiero della morte è coscienza della finitezza dell'esistenza e questa rende ogni istante infinitamente prezioso, tanto da viverlo come se fosse, insieme, il primo e l'ultimo: il primo con l'entusiasmo dell'origine; l'ultimo con l'intensità e la serietà della conclusione.Tutte le scuole filosofiche, ciascuna a modo suo, credono nella libertà dell'uomo, grazie alla quale è possibile migliorare se stessi e perfezionarsi (ndr credo sia possibile, ma è problematico stabilire la quantità e variabilità del miglioramento).Nei primi secoli il cristianesimo, ad esempio in S. Agostino e nel monachesimo, ha presentato se stesso come una filosofia nella misura stessa in cui assimilava la pratica degli esercizi spirituali. Ma con la scolastica del Medioevo, teologia e filosofia si sono chiaramente distinte. La filosofia è stata ridotta al rango di un'ancilla teologiae, che fornisce a questa un materiale concettuale puramente teorico.Se filosofare è vivere conformemente alla legge della ragione, i cristiani filosofano perché vivono conformi alla legge del logos divino. Nella vita monastica i dogmi filosofici sono sostituiti dai comandamenti come regola di vita evangelica, ossia dalle parole di Cristo che enunciano i principi della vita cristiana
La figura di SocrateNon era un sapiente, ma un amante della sapienza (saggezza). Sapeva una sola cosa: di non sapere nulla. Era una persona strana anche per i suoi tempi. Seduceva i suoi interlocutori, ne scuoteva le certezze fino a fare riconoscere la loro ignoranza.
Marco Aurelio
La vera grandezza d'animo è adottare una prospettiva sistemica (pag 123), esaminare con metodo e verità oggetti ed eventi e domandarsi qual è l'utilità dell'oggetto (o evento) di interesse, quale valore possiede riguardo al tutto e in rapporto all'uomo (Marco Aurelio).Si dividerà, poi, in parti quantitative (se l'oggetto è costituito di realtà continue e omogenee) oppure costitutive, ossia elemento causale ed elemento materiale.In primo luogo occorre attenersi alla rappresentazione dell'oggetto o dell'evento considerato in se stesso; in seguito occorre attribuirgli il suo valore autentico riconducendolo alle sue cause naturali: alla volontà della Provvidenza e alla volontà dell'uomo. Gli oggetti o gli eventi vengono così, infine, collocati nella prospettiva cosmica della natura universale.Le cose indifferenti sono quelle che non dipendono dalla volontà dell'uomo, ma dalla volontà della natura universale: vanno accettate con amore e ammirazione.
I 3 topoi filosofici
(Atarassia o temperanza)1 Gli eventi che non dipendono dall'uomo, ma dal corso della natura universale (da Dio stesso per gli stoici) devono essere accolti con devozione e compiacimento (Fisica). Gli uomini, infatti, non sono turbati dalle cose in se stesse, ma dai giudizi sulle cose) Non desiderare che il bene che dipende da noi.2 Nei rapporti interumani occorre agire con giustizia, al servizio della comunità umana (etica)3 In ordine al pensiero occorre criticare le rappresentazioni più immediate e farle diventare oggettive (Logica)Tutto è fisica, tutto è etica, tutto è logica. Le 3 parti della filosofia (3 topoi) si implicano vicendevolmente. Sia la logica che la fisica esigono che le cose siano ricollocate nella prospettiva generale del corso della natura, nella concatenazione necessaria delle cause e degli effetti. Questo impone una disciplina del logos interiore (ossia del modo di pensare) e anche del logos esteriore, ossia del modo di esprimersi.Bisogna ricordare, secondo questo stesso atteggiamento, che le colpe degli uomini sono involontarie e che noi uomini siamo fatti gli uni per gli altri. Perciò l'etica è una conseguenza della fisica e della logica.a) Non agire senza uno scopob) elimina ciò che non è indispensabilec) risali ai principi razionali dell'azioned) comprendi i motivi delle azioni altrui e) rappresentati ciò che si può diventare se non si controllano le proprie tendenzef) agisci senza occuparti di quello che fanno gli altriNB nell'ambito delle scienze umane non si progredisce secondo un moto uniformemente accelerato. Si può regredire!
La filosofia come maniera di vivere
La saggezza porta all'atarassia (tranquillità dell'anima), alla libertà dell'anima (autoarchia), alla coscienza cosmica (la coscienza di far parte del cosmo).Nello stoicismo, come nell'epicureismo, filosofare è vivere. In entrambi i casi il tratto caratteristico dell'esistenza consiste nell'orientamento dell'attenzione. Nello stoicismo l'attenzione è proiettata verso la purezza dell'intenzione, ossia verso la conformità della volontà umana con la Ragione, ossia la volontà della Natura universale.Nell'epicureismo l'attenzione è orientata verso il piacere che, infine, è il piacere di essere.Sia gli uni che gli altri raccomandano di vivere nel presente senza lasciarsi turbare dal passato e senza angustiarsi per il futuro incerto. Mentre si attende di vivere, infatti, la vita passa. Per Platone, filosofo è l'uomo che non teme la morte perché contempla la totalità del tempo e dell'essere. La filosofia antica, anche in epoca ellenistica, dopo il 330 aC è stata concepita soprattutto come arte di vita. Il cristianesimo, per presentarsi come filosofia, ha dovuto far coincidere il logos del vangelo di Giovanni con la ragione cosmica stoica, poi con l'intelletto aristotelico o platonico. Ha dovuto integrare gli esercizi spirituali filosofici nella vita cristiana. Questo fenomeno di integrazione si sviluppa intensamente nel movimento monastico. Successivamente, nel medioevo, nelle università, si pone fine alla confusione che esisteva originariamente nel cristianesimo tra teologia, fondata sui dogmi di fede e filosofia tradizionale, fondata sulla ragione. La filosofia non è più la scienza suprema, ma è l'ancilla theologiae. Nel medioevo la filosofia fornisce alla teologia i materiali concettuali, logici, fisici o metafisici di cui abbisogna. Diventa, dunque, un'attività meramente astratta, non è più un'arte di vivere. D'altra parte, teologia e filosofia sono insegnate in università che sono creature della Chiesa del medioevo. Una delle caratteristiche dell'università è di essere formata da professori che formano professori, da professionisti che formano professionisti.Dunque, l'insegnamento non si rivolge più a uomini che s'intende formare affinché siano uomini, ma a specialisti perché imparino a formare altri specialisti. E' il pericolo della scolastica che aveva cominciato a delinearsi alla fine dell'antichità, che si sviluppa nel medioevo e di cui si può ancora riconoscere la presenza nella filosofia attuale. La filosofia moderna è un discorso che si svolge nelle lezioni, che si affida a libri, un testo di cui si può fare l'esegesi, un linguaggio tecnico riservato a specialisti.In questo modo l'uomo perde il contatto col mondo e lo tratta come un mezzo per soddisfare i suoi desideri. Il saggio, invece, pensa e agisce in una prospettiva universale. Ha il sentimento di appartenenza a un tutto che eccede i confini dell'individualità. La coscienza cosmica consisteva nel sentirsi parte della grande corrente del cosmo, legati agli altri uomini e al mondo, inserendosi nella totalità del mondo. Al contrario, la conoscenza scientifica era oggettiva e matematica. La filosofia è una certa modalità di rapporto con sé, con il cosmo e con gli altri uomini. La vita filosofica non ha mai rinunciato a un impegno comunitario e a trasformare la società. E' vero che c'è tensione tra la pace interiore che procura la saggezza e le passioni suscitate dalle ingiustizie, sofferenze, miserie degli uomini. Ma la saggezza consiste proprio in questa capacità di equilibrio, poiché la pace interiore è indispensabile per poter agire con efficacia.
Riflessioni sulla nozione di cultura di sé
La felicità per gli stoici non consiste nel piacere ma nella virtù in se stessa che reca già da sé la propria ricompensa. La propria gioia (gaudium) la si ritrova in una coscienza rivolta verso il bene, nelle interazioni che hanno come oggetto esclusivamente la virtù. Per l'epicureo, proprio perché l'esistenza gli appare come un puro caso, inesorabilmente unico, la vita è un miracolo, un dono gratuito e insperato della Natura. Per questo egli considera l'esistenza una festa meravigliosa. Gli esercizi spirituali consistono nel liberarsi dell'esteriorità, dell'attaccamento passionale agli oggetti esteriori e ai piaceri che possono procurare, nel diventare padroni di sé.L'interiorizzazione è il superamento di sé, è universalizzazione. La saggezza autentica non è perseguibile, ma la si può esercitare in 3 modi diversi, come sosteneva Marco Aurelio:- nello sforzo di praticare l'oggettività di giudizio- nello sforzo di vivere secondo la giustizia e al servizio della comunità umana- nello sforzo di prendere coscienza di essere parte dell'universo, della totalità del mondo.Oggi la scienza quantitativa con le sue separazioni si sottrae a una rappresentazione complessiva del mondo, ma l'esercizio della saggezza può aiutarci a non perdere di vista il tutto, la totalità.NDR Pascal sosteneva che per conoscere le parti si deve conoscere il tutto e per conoscere il tutto si devono conoscere la parti...Ma questa sottrazione può interessare il discorso teorico che i sapienti conducono a proposito del mondo, non le persone nella loro quotidianità. Per l'uomo comune, nonostante la rivoluzione copernicana, il sole, nel suo giro interminabile intorno alla terra, sorge sempre a est e tramonta a ovest, mentre la terra resta immobile.
Il saggio e il mondo
Il ruolo della filosofia è di condurci a una percezione più completa della realtà attraverso un certo spostamento dell'attenzione. Non bisogna percepire solo in vista dell'agire. Bisogna percepire per percepire.Le percezioni estetiche e filosofiche sono possibili solo grazie a una trasformazione totale del nostro rapporto col mondo: si tratta di percepirlo per se stesso, non più per noi. Di solito il mondo non ci stupisce, ma se lo vediamo con uno sguardo nuovo ci meravigliamo.Bisogna cogliere lo scandalo della condizione umana, di chi vive nel mondo senza percepirlo. Bisogna distinguere la percezione abituale e utilitaria, necessaria alla vita, dalla percezione distaccata, disinteressata dell'artista e del filosofo. Per vivere, l'uomo deve umanizzare il mondo, cioè trasformarlo tanto attraverso la sua azione quanto attraverso la sua percezione in un insieme di cose utili alla vita, oggetto di preoccupazioni, discussione, riti sociali, valori convenzionali. L'ostacolo a una percezione autentica del mondo non risiede nella modernità, ma nell'uomo stesso. Rousseau si chiede come sia possibile una percezione disinteressata del mondo. Bisogna concentrarsi sul presente e provare il semplice sentimento dell'esistenza, senza futuro e senza passato. Non si tratta di un ripiegamento su di sé. La sospensione dei nostri progetti sul futuro implica che noi pensiamo il momento presente come l'ultimo Ogni istante implica tutto l'universo, tutta la storia del mondo. Il nostro corpo presuppone tutto l'universo, come ogni istante presuppone l'immensità del tempo. Il sentimento dell'esistenza coincide con il sentimento di identità tra l'esistenza universale e la nostra esistenza.
La filosofia è un lusso?
Ci sono diversi significati di utile. Esiste ciò che è utile in vista di un fine particolare: il riscaldamento, l'illuminazione, i trasporti, l'alimentazione.. Ed esiste ciò che è utile all'uomo in quanto essere pensante. E qual è la cosa più utile all'uomo? Non è imparare a vivere una vita umana? In questa prospettiva, il discorso filosofico non è più fine a se stesso, ma è al servizio della vita filosofica, consapevole dell'appartenenza all'umanità e al mondo.La filosofia non è un lusso, ma un bisogno elementare dell'uomo. La coscienza filosofica schiude , all'uomo, una profusione delle meraviglie del cosmo e della vita, una percezione più acuta, una ricchezza inestinguibile di scambi con gli altri uomini, con le altre anime, l'invito ad agire con benevolenza e giustizia.Ma le preoccupazioni, le necessità, le banalità della vita quotidiana gli impediscono di accedere a questa vita cosciente di tutte le sue possibilità.Come conciliare armoniosamente le necessità della vita quotidiana con la coscienza filosofica? Questa armonizzazione è una conquista fragile, sempre a rischio, per cui vale la pena impegnarsi. Come dice Spinoza, tutte le cose eccellenti sono tanto difficili quanto rare.