Richard Wilkinson, Kate Pickett. L'equilibrio dell'anima. 2019 Feltrinelli, Milano

Prologo 

La disuguaglianza provoca stress. Lo stress comporta una risposta biologica che consiste nella secrezione di cortisolo. Attraverso questi meccanismi di ordine biologico viene compromessa la salute fisica e mentale e si provocano tanti problemi sociali. Oggi è comprovato che le correlazioni tra sperequazioni e problemi sanitari e sociali rispecchiano un rapporto di causa-effetto. (Vedi criteri di Bradford-Hill ....e Karl Popper, secondo cui una teoria è valida quando permette di fare previsioni nuove e verificabili che vengono poi confermate da ricerche successive). I problemi hanno un gradiente sociale quando peggiorano man mano si scende nelle scala socio-economica. La questione non consiste tanto nel fatto che i Paesi più sperequati abbiano o meno un maggior numero di poveri (le persone in povertà assoluta possono essere anche meno frequenti nei Paesi a più alto reddito), ma nel fatto che queste società sono, per certi versi, malate e ogni cittadino subisce effetti negativi dal punto di vista sanitario e sociale, qualsiasi sia la sua posizione socio-economica. L'incidenza per la mortalità infantile e le malattie mentali è doppia o tripla; per il disagio sociale sale anche di 10 volte rispetto alle società meno sperequate. 

Cap 1 

Se le disuguaglianze, con il loro corredo di stress, insicurezza, ansia sociale provocano danni al benessere fisico, mentale e alla vita sociale, dovrebbero meritare la stessa attenzione che riserviamo all'aria che respiriamo. Le disuguaglianze verticali sono quelle che riscontriamo nella piramide sociale. Quelle orizzontali sono interpretate come profonde ingiustizie e riguardano, ad esempio, le disuguaglianze di genere, di etnia, di religione, per cui alcuni vengono considerati superiori o inferiori rispetto ad altri. La sanità pubblica, dai tempi di Snow, è sempre stata una disciplina molto politicizzata. Virchow affermava che la medicina è una scienza sociale e che la politica è null'altro che medicina su più larga scala. I Paesi ricchi registrano un tasso di malattie mentali elevato e in crescita. Molteplici sono le cause di ogni malattia. E tra le cause ci sono quelle più radicali -le meta-cause-  alla base di ulteriori cause, che provocano molte malattie (cause multi-patologiche). L'ansia è aumentata nonostante il miglioramento del tenore di vita. Le cause sono da ricercare non nelle ristrettezze materiali, ma nella vita sociale. Ad esempio, la soddisfazione per il nostro stipendio e il benessere conseguente dipendono dal confronto con lo stipendio di altri che svolgono un lavoro analogo al nostro La disuguaglianza ha incominciato a crescere con l'avvento dell'agricoltura, la possibilità di conservare i raccolti, la diversificazione del lavoro. Poi è incrementata fortemente con la rivoluzione industriale. In una società di estranei l'apparenza esteriore e le prime impressioni diventano più importanti. Siamo, infatti, più esposti agli umori passeggeri. Nelle nostre società che usano definirsi meritocratiche un basso status viene scambiato per un marchio di inadeguatezza e fallimento. Perciò si tende a valutare la capacità e l'intelligenza dell'individuo sulla base della sua posizione sociale. Anche questo ha motivato il cosiddetto consumo vistoso o ostentativo. La pressione arteriosa tende a salire nelle persone esposte più frequentemente allo stress. E si ritiene normale che nelle nazioni sviluppate la pressione salga con l'età. Invece, nelle società più uguali la pressione arteriosa non ha alcuna tendenza ad aumentare con l'età (biblio 53-55). A proposito sempre di meritocrazia, le differenze più importanti nelle capacità e nei talenti derivano dalla posizione della famiglia di origine nella gerarchia sociale. Non sono quindi i talenti e le capacità le cause dell'ascesa economica. Talenti e capacità sono, piuttosto, la conseguenza della posizione socio-economica occupata alla partenza.. 

Cap 2 

L'ansia da status è un problema con gradiente sociale. Ma nei Paesi più sperequati il livello di ansia è superiore rispetto a Paesi più equi a tutti i livelli di reddito. La disparità, insomma, rende tutti più ansiosi per lo status sociale e per la valutazione da parte di altri. Le malattie mentali sono più frequenti nei Paesi più diseguali (es depressione, autolesionismo, schizofrenia, narcisismo). Noi tutti siamo dotati biologicamente di un "sistema comportamentale di dominanza" che guida la motivazione alla dominanza, il comportamento dominante o subordinato in risposta alla percezione di forme di potere e di subordinazione. E' un sistema importante perché ci consente di prevenire possibili aggressioni. Anche se ha una lunga storia evolutiva, tuttavia è condizionato dall'ambiente, dalla cultura, dalle esperienze cui siamo esposti. Tutti agiamo all'interno di un continuum che va dalla dominanza alla subordinazione. E, per di più, possiamo agire in modo "socievole o antisociale" per raggiungere lo scopo. Noi, quindi, agiamo secondo 2 dimensioni comportamentali: dominanza/subordinazione    socievolezza/ostilità (v fig 24). La disuguaglianza amplifica i problemi legati alla dominanza e alla sottomissione. L'ansia è più legata alla dominanza, al fatto di subire minacce al proprio potere. La depressione è più legata alla subordinazione, al fatto di evitare conflitti. L'epidemia dell'autolesionismo tra i giovani può essere scatenata dalla difficoltà di raggiungere immagini di sé socialmente desiderabili. La vergogna conseguente si tramuta in rabbia e danno autoinflitto. Più alto è il rango delle persone nella piramide sociale, maggiore è il potere e il controllo che detengono, e minore è lo stress. In termini di predizione dello stress mentale il rango batte il reddito assoluto. Il reddito conta all'interno di un gruppo di confronto nel predire lo sviluppo di sindromi ansiose o depressive, così come per quanto riguarda il colesterolo, la pressione, la glicemia, il grasso corporeo... Il nostro posto nella scala sociale conta maggiormente della quantità di denaro posseduto sia per la salute fisica che per quella mentale. Le dimensioni della disparità dei redditi rendono la posizione socio-economica molto più o molto meno importante. Per chi crede nell'importanza della politica, occorre ricordare come per l'elezione di Trump abbiano giocato un ruolo rilevante gli Stati con maggiori sperequazioni economiche e, quindi, con maggiori problemi di ordine sanitario e sociale. Se aspiriamo ad avere una classe politica all'altezza dei problemi dei nostri giorni dobbiamo tendere a società più eque perché in condizioni di questo tipo gli elettori riescono a esercitare meglio il loro diritto di voto.

 3 Deliri di grandezza 

I risultati di 2 ricerche sembrano contraddire il fatto che le disuguaglianze socio-economiche hanno un impatto negativo sulla salute fisica e mentale. Esse, però, non riguardano misure quantitative della salute come longevità e mortalità, ma la salute percepita. La salute percepita risulta migliore dove più bassa è la longevità e più alte sono le sperequazioni. Come è possibile? Ciò è dovuto a un bias di "autoesaltazione" o di superiorità illusoria. Esso aumenta in presenza di una maggiore minaccia di valutazione sociale. Si parla anche di un'"auto-stima insicura" e di narcisismo, le cui caratteristiche sono: ricerca di attenzione, reazioni negative alle critiche, darsi troppa importanza, carenza di empatia, tendenza a sfruttare gli altri. L'ascesa del narcisismo dagli anni 80 in poi negli Usa è coincisa anche con la crescita delle sperequazioni economiche. Un'altra reazione di segno diverso è sprofondare nell'ansia e nella depressione a fronte di un'accresciuta minaccia di valutazione sociale. E' frequente il caso in cui persone afflitte da schizofrenia o nella fase maniacale del disturbo bipolare sviluppano deliri di onnipotenza. Il narcisismo è connesso anche con un aumento del ricorso a interventi di chirurgia plastica. Il mondo degli affari è sempre più popolato di personaggi di questo tipo. L'anaffettività e la mancanza di rimorso aiutano nelle operazioni di licenziamento o messa in mobilità del personale. I narcisisti tendono a essere considerati leader adatti per via della sicurezza che ostentano. Ma nel lungo periodo diventano impopolari man mano la loro arroganza e aggressività escono allo scoperto. Le sperequazioni alimentano, da una parte, il disprezzo e, dall'altra, l'invidia dell'altro. Tendiamo, sbagliando, a razionalizzare le disuguaglianze ritenendo che i diversi gruppi siano più o meno etici e meritevoli- E' possibile (fig 3.4 pag 96) incoraggiare i ricchi ad atteggiamenti meno antisociali invitandoli a riflettere sui valori egualitari. Ndr importanza del dibattito pubblico sulla vita buona. 

4 Falsi rimedi 

Preservare l'autostima e lo status sociale in una società molto disuguale genera un'alta quota di stress. Un'esperienza tanto stressante può condurre a desiderare qualsiasi cosa ti faccia sentire meglio. Le dipendenze sono il nostro modi di adattarci alla sensazione di essere dislocati, alienati, infelici con noi stessi. Disturbi ossessivi compulsivi...  L'ansia contribuisce alla pulsione a mangiare e anche la preferenza per i cibi meno sani. Gli zuccheri e i grassi, infatti, hanno effetti tranquillizzanti e raggiungono le stesse aree cerebrali degli oppiacei. Per i giovani dei Paesi a medio e basso reddito fumare sigarette è uno status symbol. Lì il tabagismo è legato alle sperequazioni sociali. Spesso l'acquisto di nuovi oggetti non è legato al cattivo funzionamento, ma al fatto che il vecchio sembri "datato". IL consumismo compulsivo ha impatti sulle nostre finanze, sulla salute e sul pianeta. Siamo evoluti per decine di migliaia di anni in ambienti caratterizzati dalla scarsità, dove cibo, sesso e riparo si acquisivano con fatica. Non ci siamo abbastanza adattati di fronte all'abbondanza perché ci è difficile porci dei limiti. L'abbondanza del mondo moderno ci rende vulnerabili. Il materialismo e il consumismo influiscono negativamente sul benessere infantile. Materialismo e consumismo aumentano nelle società più sperequate. Es. Uk, ma anche Italia (ndr). Studi quantitativi e qualitativi dimostrano che la disparità dei redditi aumenta le tensioni familiari. Gli oggetti tendono a sostituire le relazioni e il tempo vissuto insieme. Skidelsky padre e figlio suggeriscono una vita basata sui rapporti più che sulle cose. 

5 La condizione umana

 Il divario eccessivo dei redditi ci espone a 3 tipi di reazioni diverse: 1 cadiamo in ansia e depressione vittime di una bassa autostima 2 diventiamo vittime di un'autostima insicura, di auto-esaltazione e narcisismo; 3 precipitiamo nel baratro delle dipendenze. Temiamo le valutazioni negative relative al nostro ststus anche perché tendiamo a riconoscerci così come ci vedono gli altri. La nostra evoluzione non è stata condizionata solo dall'ambiente naturale, ma anche dall'ambiente sociale. La complessità della vita sociale ha finito per selezionare la crescita della neo-corteccia e l'aumento del volume del cervello umano. L'interazione sociale è molto esigente dal punto di vista delle elaborazioni mentali e lo diventa sempre di più con l'aumento delle dimensioni dei gruppi di cui si è parte. Il cervello umano può essere considerato un organo sociale. La storia delle organizzazioni sociali attraverso cui siamo passati nel corso della nostra evoluzione può dirci qualcosa sugli impatti psicologici e comportamentali che hanno su d noi la dominanza e le disuguaglianze. Siamo passati attraverso le gerarchie di dominanza pre-umane (scimpanzé e gorilla), poi, come cacciatori-raccoglitori, abbiamo sperimentato organizzazioni sociali egualitarie per il 95% della storia della nostra specie.E da circa 10-12 mila anni siamo entrati a far parte di società gerarchiche agricolo-industriali. Nelle società egualitarie si condivideva il cibo, e i beni circolavano non tramite il baratto, ma attraverso lo scambio reciproco dei doni. I comportamenti anti-sociali venivano frenati. Nella caccia alle grosse prede c'era bisogno della cooperazione dei vari membri del clan. Le prede venivano divise tra tutti, non potevano essere accaparrate da pochi perché la carne sarebbe andata rapidamente in putrefazione. E' stata l'invenzione dell'agricoltura che ha consentito il passaggio a società gerarchiche stratificate socialmente con una molteplice suddivisione del lavoro. NDR oggi l'antica necessità di catturare grosse prede e di superare indenni periodi di scarsità alternati a periodi di abbondanza può essere assimilata alla necessità di affrontare i problemi dei cambiamenti climatici, dell'inquinamento, delle pandemie, dell'esaurimento delle risorse, delle disuguaglianze e delle crisi economico sociali..... Abbiamo un bisogno estremo di accordarci e cooperare di fronte a questa sfide, di revisionare le regole, le  norme ecc... Ndr C'è anche chi pensa che si potrebbe fare a meno di persone inferiori" e ormai disutili". Il comportamento altruista è come iscritto nel nostro genoma. L'epigenetica ci dice che l'ambiente naturale e sociale può modificare l'espressività dei nostri geni. Questa modifiche ci permettono di svilupparci e comportarci in modo diverso a seconda delle circostanze cui siamo esposti. I bambini che subiscono molto stress diventano più reattivi, ansiosi e vulnerabili alla depressione. Un cattivo clima sociale contribuisce a perpetuare società disfunzionali anche tramite questi meccanismi epigenetici. Le condizioni di malessere e malattia non sono solo conseguenze della povertà e quindi dell'esposizione ad ambienti fisici e sociali più degradati. Sono, in prima istanza, una conseguenza del rango sociale in cui si è posizionati. Ciò che conta, superata una certa soglia di reddito, non è la povertà assoluta, ma la povertà relativa (un reddito inferiore al 60% del reddito mediano). L'esperienza soggettiva dell'essere più poveri degli altri è simile anche in società molto diverse. Può, al limite, assimilare famiglie che vivono senza latrina, senza acqua corrente, con pavimenti di terra battuta e senza energia elettrica a famiglie che possiedono bagno, cucina e energia elettrica in Paesi molto più ricchi. I genitori sono disprezzati dai figli, gli uomini dalle loro donne. Essi finiscono per sfogare la loro disistima su spose e figli. E' comune l'idea che lo status socio-economico scadente sia conseguenza di un basso valore personale, di un fallimento. Bisogna comprendere il potere deleterio della disuguaglianza che va distinto dagli effetti della povertà. Si può capire, quindi, che la crescita economica non è un antidoto perché non può risolvere gli effetti dello status socio-economico a meno che si accompagni a una migliore distribuzione di redditi e ricchezze e a un'attenuazione delle disuguaglianze. L'esperienza soggettiva dell'essere più poveri degli altri ha potenti effetti epigenetici. Le persone hanno una forte tendenza a paragonarsi coi propri vicini, con i quasi pari, coi colleghi di lavoro. Questi raffronti possono scatenare reazioni rabbiose. Il nostro desiderio di rispetto è stato una motivazione potente per tutti i tipi di apprendimento. Pag 165 il tasso di bullismo si decuplica nelle società più disuguali. Ndr parlare di vita buona può riorientare i criteri di apprezzamento delle persone e diminuire, così, la competizione per lo status socio-economico. Le persone non devono sentirsi fallite e rifiutate o escluse nel caso abbiano seguito una traiettoria più sfortunata nel loro percorso socio-economico. NB Ma a che livello smette di essere vantaggiosa la riduzione del divario socio-economico? Possiamo trarre beneficio dal diventare più uguali dei più uguali dei Paesi sviluppati? NDR ci si potrebbe accontentare, inizialmente, di fermarsi a quel livello.... 

Cap. 6 Un concetto sbagliato di meritocrazia 

Si era soliti considerare la disuguaglianza come un prezioso stimolo per le attività economiche e la crescita. Oggi, invece, Ocse, FMI e autorevoli premi nobel come Stiglitz e Krugman hanno dimostrato che è causa di stagnazione e instabilità. I pregiudizi classisti sono rafforzati dalla convinzione che esistono differenze innate di capacità tra i vari gruppi sociali. Oggi, invece, sappiamo che le nostre traiettorie esistenziali sono in parte condizionate dal caso (ossia da eventi assolutamente imprevedibili) e che la posizione socio-economica dei nostri genitori influenza capacità, interessi e talenti. Se, infatti, esistesse una caratteristica geneticamente determinata tale da conferire un sostanziale vantaggio nella lotta per la sopravvivenza tenderebbe a diventare universalmente presente nella specie umana. Se oggi la generazione dei figli risulta più intelligente ai test rispetto a quella dei genitori e dei nonni, allora significa che i test non misurano nulla di innato, ma qualcosa che è frutto dell'ambiente cui siamo esposti, della pratica, dell'esercizio e della scuola. Gli effetti della povertà sono mediati dallo stress e dal colesterolo V. figura 6.3 pag 182 su coorte 1970. La povertà relativa è definita come condizione di reddito inferiore del 60% al reddito mediano della popolazione. Nei paesi ad alto reddito abbiamo bassi tassi di povertà assoluta, ma la povertà relativa è diffusa. Ad esempio, negli Usail 30% dei bambini vive in povertà relativa. Pag 198 su scuola e Finlandia. L a scuola non deve lasciare indietro nessuno. Sul rendimento scolastico influiscono di più le sperequazioni che la spesa specifica per l'istruzione (nb come per la spesa sanitaria pro-capite e la longevità). La scuola dovrebbe essere inclusiva per evitare di aggravare i danni causati dalla disuguaglianza. ................................... 

7 Class act 

A partire dal 500 la dominanza e la subordinazione dipendono meno dal ricorso alla forza e più dalle espressioni culturali della superiorità di una classe sull'altra. Le disuguaglianze nei redditi toccano il picco negli anni 20 per poi scendere fino agli anni 70 del 900. Le apparenze contano. C'è la tendenza a credere che le persone che sembrano di estrazione proletaria siano meno capaci e meno degne di fiducia. Ciò che impressiona di più nella storia di insensibilità e crudeltà degli esseri umani è la disinvolta indifferenza con cui si guarda alla sofferenza di qualsiasi gruppo che riteniamo "inferiore". Riflettiamo, ad esempio, troppo poco sulle condizioni della popolazione carceraria. Il tasso di incercerazione è, in alcuni Paesi, di 4 su 10.000. In quelli più disuguali, come gli Usa, si decuplica. Vedi situazione dei migranti.. C'è la tendenza ad ignorare la forza delle circostanze e a dare per scontato che i poveri siano tali a causa della loro pigrizia e stupidità. E' addirittura diffusa la convinzione che lo status rifletta la dotazione genetica dell'individuo. La rilevanza della classe sociale e dello status può essere ridotta attenuando le differenze materiali tra tutti noi. 

Cap 8 Un futuro sostenibile?

 Per i Paesi a reddito basso o medio-basso l'andamento del Pil converge con quello della qualità della vita e della longevità. Nei Paesi industrializzati Pil e qualità della vita hanno preso strade divergenti a partire dalla fine degli anni 70. La crescita ha perso la sua giustificazione razionale, anche perché siamo diventati sempre più consapevoli dei suoi impatti ambientali. Questa presa d'atto non danneggerà l'innovazione tecnologica, nonostante i timori paventati da alcuni. La riorienterà, piuttosto, verso nuovi scopi: un mondo più sostenibile, una maggiore diffusione del benessere, una produttività aumentata finalizzata ad acquisire più tempo libero. Per avere un'idea della delicatezza dell'ecosistema riguardo ai cambiamenti climatici, immaginiamo un piccolo mappamondo di 30 cm di diametro. L'atmosfera può essere rappresentata da uno strato aggiuntivo di spessore uguale a un quarto di quello di una carta di credito. In questo piccolo spazio i gas serra consentono ai raggi del sole di penetrare nella nostra atmosfera, ma impediscono al calore generato di ritornare nello spazio. Che sia una realtà è fuori discussione: i 16 anni più caldi mai rilevati sono collocati tra il 1998 e il 2016. La crisi ambientale è comunque più vasta del cambiamento climatico (deforestazione, erosione del suolo, pesticidi, plastica, biodiversità....) Siamo di fronte a 5 grandi cambiamenti: 1 lo scostamento della curva del benessere da quella della crescita economica; 2 la pressione delle nostre economie sull'ambiente; 3 la globalizzazione e la formazione di un organismo globale, paragonabile al passaggio, in ambito evolutivo, dagli organismi unicellulari ai metazoi 4 le migrazioni 5 l'accelerazione tecnologica. Questi cambiamenti minacciano la sopravvivenza della nostra società. Perciò è doveroso chiedersi che tipo di futuro vogliamo prefigurare. Ad esempio, la natura cooperativa della produzione e gli alti standard di vita hanno reso anacronistica la disuguaglianza. Non c'è un ordine di beccata da rispettare. Tutti possono mangiare a sazietà. Per migliorare la qualità della vita dobbiamo puntare soprattutto sulle relazioni sociali e sulla qualità dell'ambiente sociale. Ci sentiremo, così, più sicuri e meno spinti al consumismo. 

Cap 9 Un mondo migliore

L'impegno a ridurre le disuguaglianze non può essere bollato come "politica dell'invidia". Occorre essere consapevoli delle sue conseguenze: 1 aggrava i problemi con gradienti sociali 2 diminuisce la mobilità sociale (matrimoni tra uguali, minori opportunità per i bambini, segregazione residenziale); 3 mina la coesione sociale; 4 aumenta l'ansia relativa allo status 5 aumenta il consumismo. C'è una quantità giusta di disuguaglianza cui dovremmo fare riferimento? Su base  empirica possiamo affermare che come minimo si dovrebbe arrivare al livello dei Paesi scandinavi che sono i + equi tra quelli industrializzati. Nei Paesi meno sperequati il rapporto tra il reddito del 20% più ricco e quello del 20% più povero è pari a 3,5  o 4. Nei Paesi più sperequati raddoppia. La disuguaglianza è rimasta elevata fino agli anni 30 del 900. Poi è diminuita raggiungendo un minimo verso la fine degli anni 70. In seguito è ripresa a salire toccando gli apici degli anni 20. Ha contribuito a questo andamento il potere altalenante del sindacato e dei movimenti progressisti. Bisogna ricordare che la grande depressione del 29 poteva essere interpretata come il fallimento del capitalismo e che, con la rivoluzione bolscevica del 1917 si era instaurato un sistema rivale. Inoltre, fino agli anni 60, la corsa tra Usa e Urss dava adito a previsioni con esiti incerti e si poteva sostenere che un sistema di pianificazione centralizzato potesse essere più efficiente rispetto a quello decentrato e competitivo delle economie di mercato. Per di più l'Urss fino al 1969 sembrava prevalere nella lotta per la conquista dello spazio. ...vedi missione Apollo e sbarco sulla luna 1969 Un report del FMI sottolinea che la disuguaglianza fa male alla crescita e che la redistribuzione non la danneggia affatto (v. Cap 6). Dobbiamo riservare più attenzione al potere antidemocratico delle multinazionali e alla debolezza del diritto internazionale che deve essere rispettato da tutti. Non basta la redistribuzione per una maggiore eguaglianza. Occorre una maggiore democrazia economica. Negli anni 70 c'erano differenze di 20 a 1 o 30 a 1 tra gli stipendi di amministratori delegati e operai addetti alla produzione nella stessa industria. Oggi queste differenze si sono decuplicate. Stipendi di questa portata non hanno nessuna relazione con i risultati aziendali. Si è visto, anzi, che andavano meglio le aziende con stipendi dell'AD sotto la media rispetto a quelle che elargivano stipendi sopra la media. Tutta l'attività economica moderna è interdipendente e cooperativa. Gli assetti organizzativi, così gerarchizzati come sono, e quelli retributivi, così diversificati, sono anacronistici. Occorre una maggiore rappresentanza dei lavoratori nei consigli di amministrazione, una partecipazione alla proprietà per favorire un maggior coinvolgimento e un aumento di produttività. I consigli, inoltre, dovrebbero comprendere anche una rappresentanza della comunità e dei consumatori. Negli anni 60 le azioni delle imprese quotate erano quasi tutte nelle mani di investitori a lungo termine. Oggi, la maggior parte delle azioni è nel portafoglio di finanziarie che distribuiscono i propri investimenti in centinaia di aziende e scambiano le loro azioni nel giro di pochi minuti. Comanda il breve-periodismo. Inoltre, la stragrande maggioranza delle più grandi aziende negli Usa e in Europa utilizza le sussidiarie dislocate nei paradisi fiscali per evitare di pagare le tasse. La misura più efficace per ridurre le disuguaglianze sta nell'allargamento della democrazia nella sfera economica. Bisogna democratizzare l'economia. Sarebbe utile inventare un logo tipo "azienda democratica" sull'esempio del commercio equo e solidale. Sarebbe bello costruire un sito web che permetta agli utenti di selezionare un prodotto e di abbinare a quello le aziende di produzione e di servizi in  grado di fornirlo. La caratteristica di "azienda democratica" potrebbe essere un requisito per aggiudicarsi un appalto nel settore pubblico. Per opere relative a ospedali locali, scuole, infrastrutture urbane, si potrebbe ricorrere a imprese di questo tipo con rappresentanti della comunità presenti nei consigli di amministrazione. Sarebbe bello vivere in una società basata sulla collaborazione e la reciprocità. Questi sono i 4 miglioramenti chiave nella qualità della vita: 1 fare in modo che lo status sociale conti sempre meno, riducendo le disuguaglianze; 2 fare sì che ogni aumento della produttività si traduca in un aumento del tempo libero (le grandi differenze internazionali negli orari lavorativi non sembrano influenzare il Pil pro-capite. Si evita, così, una spaccatura sempre più ampia tra disoccupati e schiavi del superlavoro); 3 migliorare la qualità della vita lavorativa grazie a una maggiore democratizzazione economica; 4 godere dei vantaggi sanitari e sociali che ne conseguono. Andremo incontro, così, a un futuro sostenibile sia dal punto di vista ambientale (minori consumi) che sociale (maggiore giustizia).