Rodolphe Christin. Turismo di massa e usura del mondo. Ed. Eleuthera 2019.

cap 1 e 2 

Sfogliare il catalogo commerciale delle diverse destinazioni nel nostro pianeta per esplorare un altrove e trovare lì ciò che ci manca: il gusto di vivere in uno spazio conviviale, ricco di relazioni e di senso? Oppure, restare a casa per esplorare il territorio circostante in tutta la sua multiforme diversità e tracciare le traiettorie di una vita quotidiana gioiosa e vitale, in cui ritrovare il senso autentico delle relazioni umane. Diventare un turista superficiale o un viaggiatore in profondità?

cap 3 

Nell'antichità il viaggio assumeva delle caratteristiche di straordinarietà. C'erano rischi e insidie in agguato. Oggi è la merce di scambio dell'industria del turismo. La credenza che il viaggio concorra al miglioramento morale, psicologico ed economico permane anche oggi grazie alla scoperta e al rispetto dell'altro, alla facilitazione degli scambi, all'arricchimento esistenziale.

cap 4

 La fortuna del turismo ha a che fare con la rivoluzione industriale, è dovuta l miglioramento dei redditi, all'aumento del tempo libero e alla diminuzione dei tempi di percorrenza.

Cap5 

L'integrazione vera implica la partecipazione volontaria e condivisa agli usi e costumi di una comunità. La partecipazione nell'ambito economico dello scambio dei beni e dei servizi rappresenta un'integrazione molto parziale, ai minimi termini.

Cap 6

 Le mete turistiche si trasformano e vengono invase da luoghi standardizzati in cui si concentrano servizi pensati appositamente per il turista: ristorazione, alloggio, riposo, divertimento. Qui il funzionalismo prevale sulla convivialità. Il capitalismo ha reso il tempo libero un bene di consumo su cui lucrare.

Cap 7

 Il tempo libero e le ferie retribuite sono conquiste tipiche del mondo ricco. Il turismo, infatti, riguarda meno del 5% della popolazione mondiale. Sono conquiste che possono essere sfruttate in tanti modi diversi. Nella nostra cultura il turismo è associato al piacere del tempo libero e al successo professionale. Forse si potrebbe insinuare qualche idea alternativa sui modi di valorizzare il tempo libero.

Cap 8 

L'industria turistica registra una crescita superiore rispetto all'industria, ai servizi, inclusi i servizi finanziari e le comunicazioni. Ma non è un'industria che rispetta l'ambiente. Ha effetti disastrosi da un punto di vista ecologico. Basti pensare all'inquinamento causato dai trasporti, dalla cementificazione, dall'enorme produzione di rifiuti, dalla pressione esercitata sul consumo. Comprare è un modo per occupare il tempo, soprattutto durante le vacanze.

Cap 9 

Ci impegniamo poco nell'insegnare e imparare a amare il mondo. Eppure sarebbe importante perché in un mondo privo di interesse non resta altro che soddisfare le voglie personali senza preoccuparsi del resto e, in particolare, della politica. (Le voglie possono riguardare tante cose, tra cui anche componenti del turismo come l'avventura e l'erotismo). La cultura politica più adatta alla soddisfazione delle voglie personali è quella del liberismo selvaggio per cui la mia libertà personale deve essere al centro delle preoccupazioni sociali, l'economia deve permettermi di avere i mezzi per soddisfare i miei bisogni e desideri, e la politica deve garantire sicurezza e tutelare le mie proprietà.

Cap 10 

Nel turismo sessuale ci vengono nascosti i rapporti asimmetrici e le costrizioni che sottendono e generano quelle relazioni umane.

Cap 11

 Il turismo ha sancito la fine della tradizione di accoglienza riservata allo straniero. L'incontro ha cessato di essere interessante ed è diventato interessato.

Cap 12 

Contrariamente alla iper-mobilità frenetica, la mobilità è un valore, contrasta l'isolamento e promuove la creatività. La fugace felicità delle vacanze turistiche è un antidoto al peso della vita quotidiana. Il turismo prospera grazie al male di vivere. La smania di partire per le vacanze è un indice della nostra insoddisfazione nei confronti di una quotidianità noiosa e insulsa.

Cap 13 

C'è il rischio che il turismo trasformi la natura in un'entità artificiale, in un luogo di svago dotato degli standard conformi alle sue esigenze mercantili.

Cap 14 

La natura è stata trasformata per accogliere flussi di turisti sempre più consistenti. Ma l'ecologia e l'economia, grazie allo sviluppo sostenibile, possono avere interessi comuni? Si può investire nella valorizzazione turistica dei luoghi preservandoli sul piano ecologico, magari moltiplicando le regole in nome della protezione, dopo avere moltiplicato le vie di accesso e le infrastrutture?Cap 15

 Le realtà costruite a fini turistici sono pensate per tenere separati i visitatori dagli indigeni. IL turismo contrasta col viaggio che non comporta separazione, ma immersione. Questo è vero soprattutto per le mete dei Paesi in via di sviluppo dove si tende a rinchiudere la clientela in dispositivi di contenimento. Ma esiste anche un turismo equo e solidale, socialmente responsabile che fa apprezzare luoghi nascosti e insoliti e oltrepassa le barriere sociali a noi vicine come il quotidiano dei senza fissa dimora.

Cap 16 

Il divertimento è diventato un ingrediente essenziale del turismo. Funziona da diversione perché distoglie l'attenzione da ciò che dovrebbe essere cambiato. La dimensione filosofica del viaggio viene rimpiazzata da quella economica. Per il viaggiatore filosofo il viaggio è occasione di trasformazione interiore. C'è il rischio di estraniarci dalla nostra duplice appartenenza: dalla natura cui è legata la nostra componente biologica; dallo spirito cui è connessa la nostra componente sociologica. Il viaggio dovrebbe rinforzare la sensazione di questa dupplice appartenenza.

Cap 17

 Il viaggio radica l'umano nell'universo della natura e della società. Dovrebbe aiutarci a realizzare il sogno dell'uomo universale.

Cap 18 

L'avvenire non dovrebbe consistere nella progressiva riconfigurazione degli spazi naturali rivedendo radicalmente le politiche con cui vengono gestiti? Non ci si dovrebbe astenere dal rimodellarli continuamente e trasformarli in immensi parchi-gioco?

Cap 19

 Il turismo dipende da un'eccedenza di bilancio, da un certo livello di salute finanziaria. Ma la salute è sempre fragile e imprevedibile. Il viaggio risveglia l'attenzione nei confronti del mondo, della natura cui appartiene la nostra componente biologica e nei confronti della società, cui appartiene la nostra componente spirituale. Ma occorre affrancarsi dall'ossessione dell'esotismo che ci induce a correre sempre più lontano. E a riappropriarsi anche dei luoghi privi di particolare qualità e riqualificarli in quanto simboli criticabili di un modo di vivere sgraziato. E a reinventarci luoghi di iniziativa popolare capaci di restituire incanto, senso e convivialità alla realtà che ci circonda. Inteso in questo senso il viaggio radica nel proprio mondo, al contrario della mobilità che sradica. Bisogna procedere con maggior lentezza. I tempi più lunghi agevolano la scoperta per osmosi grazie alla permanenza prolungata in un determinato luogo. Non c'è necessità di spingersi in aree remote. C'è anche un altrove più vicino che conta, altrettanto capace di nutrire la nostra mente. Basta essere vigili e recettivi per immergersi nella vita delle persone ordinarie, scoprirne la natura, aprirsi alla loro componente poetica. Alla nostra capacità di metterci in viaggio è affidata una triplice missione:1 esplorativa, per conoscere e analizzare il mondo;2 critica, per rimettere in discussione la società del divertimento commerciale e l'artificiosità dei circuiti turistici;3 propositiva, per suggerire i luoghi di iniziativa popolare che quotidianamente esercitano funzioni sociali e di convivialità per dare all'esistenza la densità relazionale necessaria alla convivenza, per non ridurre la società di relazioni a una società di mercato. Ma la capacità di mettersi in viaggio e diventare viandanti è anche legata all'interesse di vivere lì dove siamo assumendosi la responsabilità della triplice missione: esplorativa, critica, propositiva.

Post-fazione

L'idea del viaggio come esperienza di formazione è recente e riservata, per ora, a una piccola parte dell'umanità. E' nata, forse, nel corso del romanticismo (fine 700 e tutto 800) ma si è diffusa nel 900.Va rivalutata l'idea del viaggio da cui tornare cambiati, come nel caso del pellegrinaggio. Oggi, invece, la diffusione del mercato globale ci ha trasformati in turisti, in clienti e consumatori delle bellezze del mondo. Bellezze da cui vengono escluse le periferie che restano lo spazio di libertà del viaggiatore post-moderno. Viaggiare può significare anche restare alla superficie della realtà senza scendere in strati più profondi? Non esiste solo un viaggiare nel presente e nello spazio. Esiste anche un viaggiare nel tempo.