Sendhil Mullainathan e Eldar Shafir. Scarcity: perché avere poco significa tanto. Saggiatore, Milano, 2014

Introduzione.

"Scarsità" è avere meno di ciò che pensiamo ci occorra. Possiamo avvertirla relativamente al denaro, al tempo , al cibo (quando, ad esempio, siamo a dieta). La scarsità imprigiona la mente, che viene sequestrata dai bisogni insoddisfatti. Per chi ha fame è il cibo; per i super-occupati è il tempo; per chi è al verde è la scadenza dell'affitto; per le persone sole è la compagnia. Non solo viene influenzata la nostra visione del mondo (occultiamo e trascuriamo tutto il resto), ma anche la nostra interpretazione delle situazioni, come valutiamo le opzioni e ci comportiamo. L'economia è lo studio di come utilizzare risorse limitate per soddisfare desideri illimitati. Essa tiene conto dei compromessi che ogni scelta comporta. Per applicarla nella pratica occorrono capacità cognitive e di autocontrollo che appaiono problematiche nel caso della scarsità. Da dove proviene la sensazione di scarsità? C'è una componente obbiettiva e una soggettiva che deriva da una riflessione su ciò che conta. La percezione di scarsità è quindi mediata dalla educazione e dalla cultura. Essa produce insoddisfazioni e conflitti, crea le proprie trappole. Genera un circolo vizioso perché si diventa meno intuitivi, meno lungimiranti e controllati.


capitolo 1 Concentrazione e effetto tunnel

Avere delle scadenze, ossia avvertire una sensazione di scarsità, permette alla mente di concentrarsi in modo da utilizzare il tempo per raggiungere il fine proposto. Questo è il cosiddetto dividendo di concentrazione, un effetto positivo dato dalle scadenze. Ma concentrarsi significa anche escludere il resto, subire il cosiddetto "effetto tunnel" per cui si riduce il campo visivo e non si vede altro che quello su cui siamo concentrati. L'inibizione dell'obbiettivo è il meccanismo alla base dell'effetto tunnel. Ossia, l'obbiettivo su cui siamo concentrati inibisce l'apertura ad altre prospettive ed opzioni.


Cap 2 La tassa sulla larghezza di banda

Il concetto di larghezza di banda include 2 componenti: - la capacità cognitiva (risolvere problemi, prendere decisioni assennate..);- controllo esecutivo (pianificare, controllare gli impulsi).La scarsità genera una distrazione interna. L'attenzione è controllata dall'uno o l'altro impulso in modi che difficilmente controlliamo. Quando siamo preoccupati dalla scarsità si ottiene un punteggio di QI più basso di quando non lo siamo. La scarsità non riduce solo l'intelligenza fluida, ma anche l'autocontrollo. I poveri hanno una capacità effettiva inferiore ai ricchi non perché siano intrinsecamente meno capaci, ma perché una parte della loro mente è catturata dalla scarsità. Gli anziani che si sentono soli nella vita quotidiana hanno un consumo di cibi grassi notevolmente superiore (minore autocontrollo per via della scarsità).Ci si potrebbe chiedere se lo stress sia il meccanismo biologico attraverso cui la scarsità agisce sulla mente (vedi biblio 40). E' plausibile che l'esperienza della scarsità possa risultare stressante. L'autore, però, pensa a meccanismi diversi. Io penso, invece, agli effetti dello stress cronico. Vengono influenzate negativamente la pazienza, la tolleranza, l'attenzione e la devozione che di solito distinguono il talento. Ma ciò che attribuiamo al talento è fondato sulla capacità cognitiva e sul controllo esecutivo che sono inibiti dalla scarsità. Il problema non è insito nella persona, ma nel contesto di scarsità. E' facile confondere una mente oppressa dalla scarsità con una intrinsecamente meno capace. La scarsità ci rende anche più ottusi e impulsivi. Non c'è solo la carenza di denaro, di tempo, di cibo... Meno capacità cognitive e di controllo esecutivo rendono la vita molto più difficile.


Cap 3 Valigie e risorse non utilizzate

Avere meno risorse rispetto ai bisogni impone di pensare al compromesso. Dobbiamo scegliere, esercitare la nostra "libera scelta". Le risorse inutilizzate si hanno, invece, in condizioni di abbondanza. In genere i beni hanno un'utilità marginale decrescente. In condizioni di abbondanza, di risorse inutilizzate, non sottostiamo più all'onere della scelta, siamo liberi di non scegliere. Scarsità significa non solo minor margine di errore (perché le conseguenze di uno sbaglio sono più dirompenti rispetto a chi si trova in condizioni di abbondanza), ma anche maggiore possibilità di sbagliare per via di minori capacità. La scarsità ci impone di navigare in un mondo più complesso anche dal punto di vista computazionale. Avere risorse inutilizzate ci consente di non doverci pensare, non essere costretti a scegliere, di non rimuginare sugli errori commessi.


cap 4  Competenza

percezione e homo economicus: quando si valuta un peso si riesce a cogliere le differenze di circa 1/30. Così è anche per il prezzo di un prodotto. Se un prodotto costa 300 mi risulta percepibile la differenza di 10. SE costa 3000, la differenza di 100. Sono disposto ad andare da un altro venditore nel caso in cui possa risparmiare 20 su 300, ma non lo sono se posso risparmiare 30 su 3000!La percezione, infatti, è relativa. Questo rappresenta un paradosso per la teoria economica. L'economia comportamentale è nata dall'osservazione empirica del fatto che gli individui violano diverse previsioni fondamentali delle teorie economiche. Non considerano, in particolare, i costi-opportunità, ossia la rinuncia a ciò che si potrebbe acquistare con la stessa quantità di denaro. Chi si trova in una condizione di scarsità incorre meno facilmente in questi "errori", ma si trova a subire,. comunque, l'effetto tunnel.


Cap 5 Indebitamento e miopia

Perché ci indebitiamo, in una situazione di scarsità? Il prestito spegne l'incendio. Il presente ci mette sotto pressione. Il futuro no. Ci occorrono risorse cognitive per misurare i bisogni futuri e ci occorre controllo esecutivo per resistere alle tentazioni presenti. La scarsità ci fa concentrare sul presente e ci porta a indebitarci. L'indebitamento è conseguenza dell'effetto tunnel, non dipende da caratteristiche personali, ma da condizioni esistenziali, da un contesto di scarsità. Sopravvalutiamo benefici immediati a spese di quelli futuri. Per questo la scarsità ci attanaglia sempre di più. Ci concentriamo, anche in politica, su ciò che è urgente a scapito di ciò che è importante. Staccarsi dall'immediato e pensare al futuro richiede una prospettiva più ampia e risorse cognitive


cap 6 La trappola della scarsità

Diversi ricercatori hanno dimostrato che l'autocontrollo si esaurisce con l'uso. Non è analogo a un muscolo che si rinforza con l'esercizio. E' facile ricascare nel circolo vizioso della scarsità perché non si possiedono risorse inutilizzate sufficienti a superare gli imprevisti in cui si incappa o i problemi che ci creiamo da soli.1 cittadino Usa su 2 dichiara di non essere in grado di trovare 2000 $ in un mese se si presenta un'emergenza. Alcuni studi hanno dimostrato che il cibo è la prima cosa che viene in mente a chi è a dieta non solo a causa della fame, ma anche per il senso di scarsità che la dieta comporta, perché ci fa concentrare su ciò che cerchiamo di ridurre. Lo stato mentale della scarsità non equivale a incapacità, ma è il risultato di condizioni ambientali che possono essere gestite.


Cap 7  Povertà

La scarsità genera un unico atteggiamento mentale, indipendentemente dalla sua fonte. Differenti forme di scarsità hanno molti aspetti in comune, ma non tutte le scarsità hanno esiti simili. Ad esempio, un professionista molto indaffarato potrebbe rinunciare a qualche impegno. La dimensione della scarsità è, in qualche misura, discrezionale. Per i poveri è diverso, così come per chi sta a dieta a causa di una malattia. La mancanza di discrezionalità genera una forma estrema di scarsità. Alcuni bisogni sono insopprimibili (necessari), come quelli di cibo o di alloggio; altri sono condizionati dalla cultura e dalla società in cui viviamo. Diventa "necessario" ciò che gli altri hanno e ciò che siamo abituati ad avere. Ad esempio, l'automobile, il televisore, il cellulare...Sono diverse la povertà assoluta e quella relativa. Meno denaro significa meno tempo, maggiore difficoltà a socializzare, cibo meno sano, scarsità di un bene che, grazie alla sua fungibilità, può essere usato per compensare altre forme di scarsità. I poveri tendono ad essere genitori peggiori, aderiscono meno ai trattamenti anche quando i farmaci sono gratuiti, sono più spesso obesi, fanno vaccinare i figli con minore probabilità... Perché danno una così cattiva prova di sé? Certamente i fattori legati all'accesso, ai costi, alle competenze hanno un peso. Ma il nucleo del problema è comportamentale, indipendentemente dalle circostanze. Come possiamo interpretare questi fatti, coerenti con una gran mole di studi . che li confermano? Un modo è supporre che i poveri diventino tali perché sono meno capaci. L'incapacità sarebbe la causa della povertà. Ma che dire del fatto che la povertà dipende dal luogo in cui si nasce e dalla posizione socio-economica dei propri genitori? La relazione di causalità procede con almeno altrettanta forza nella direzione opposta: la povertà, con il suo stato mentale di scarsità, causa l'incapacità. NDR spunto per approfondimento su epigenetica: ci sono degli effetti che non sono causati dall'ambiente né dal genoma presi isolatamente, ma sono provocati dalla loro interazione. La scarsità indebolisce, ad esempio, anche la memoria di lavoro (oltre che la larghezza di banda), ossia quelle informazioni che dobbiamo tenere a mente finché non servono. Le preoccupazioni causano insonnia. La povertà causa difficoltà materiali e mentali. Sono intaccate le funzioni psicologiche, la larghezza di banda.


Cap 8 Migliorare la vita dei poveri

Migliorare la vita dei poveri. Cosa significa tutto questo? Che implicazioni ha per l'impostazione del welfare, per la progettazione? Nei Paesi occidentali c'è un dibattito sulla cultura del welfare. Si suppone che i poveri approfittino della eccessiva generosità dello Stato nei loro confronti e non siano motivati ad impegnarsi, lavorare, studiare, formarsi per uscire dalla loro condizione di povertà. A volte, perciò, si abbandonano i sussidi in denaro, oppure vengono condizionati all'assunzione di una serie di "buoni comportamenti". Dobbiamo, invece, concepire programmi strutturati in modo da essere più tolleranti verso gli insuccessi. Ad esempio, ci sono corsi di formazione professionale in cui l'assenteismo è diffuso e il tasso di abbandono è alto. Un rigido programma di tipo scolastico in cui ogni lezione presuppone la frequenza della precedente non è un contesto incoraggiante per studenti dalla larghezza di banda sovraccarica. Bisognerebbe concepire delle lezioni più brevi e più facili da capire. Ad esempio, si potrebbero progettare moduli scaglionati nel tempo con partenze in momenti diversi e che procedono in parallelo. La tolleranza per l'errore non sostituisce la responsabilità personale. E', invece, un modo per assicurarsi che i poveri, quando si assumono responsabilità alla loro portata, possono migliorare. E' un modo per garantire che piccoli scivoloni (inevitabili quando la larghezza di banda è sovraccarica) non vanifichino un duro lavoro. Ad esempio, riguardo a programmi di assistenza: sono meglio frequenti scadenze intermedie che una singola scadenza lontana. Piuttosto che un programma limitato a 5 anni nel corso dell'esistenza, è meglio un programma di 8 mesi nel corso di un anno, ripetibile, ad alcune condizioni, per ulteriori anni. Meglio una riduzione negli anni successivi che un'abolizione drastica del sussidio. Si fa l'esempio dei sussidi di denaro condizionali. E' vero che i beneficiari rispondono agli incentivi monetari. Ma molti potenziali beneficiari rinunciano a richiederli. A proposito della formazione, la nostra prima risposta a molti problemi è insegnare alle persone competenze che non hanno. Trattiamo la formazione come si fosse la soluzione meno invasiva, un bene assoluto. Ma, con una larghezza di banda limitata, non è affatto così. La lezione da seguire vale davvero il tempo sottratto alla lettura o ai bambini? Sia che si tratti di corsi di formazione, di incentivi, di programmi di assistenza, la comprensione della psicologia della scarsità può modificare profondamente l'elaborazione dei programmi sociali. I programmi ben concepiti dovrebbero generare libertà mentale, maggiore larghezza di banda, migliorare la memoria di lavoro, la capacità cognitiva, l'autocontrollo. Gli asili nido sono una risorsa importante, a questo fine. I poveri, per lo più, hanno bisogno di ciò che uno strozzino può offrire con facilità: una piccola somma di denaro prontamente prestata e prontamente restituita per cavarsela in caso di necessità urgente. I finanziamenti offerti ai poveri, invece, sono spesso concepiti in base a un principio opposto: somme modeste o cospicue erogate con cautela e lentezza eccessive. Simili prestiti possono servire per gli investimenti, non per spegnere gli incendi. In India c'è un'elevata domanda di prestiti mediamente inferiori a 10$. Molti occupati a basso reddito devono affrontare una forte instabilità nel reddito. Un maggiore impegno per posti di lavorio sicuri e redditi stabili per i poveri di tutto il mondo potrebbe essere psicologicamente rivoluzionario. Tendiamo ad assicurarci contro i grandi shock come le emergenze sanitarie o le calamità naturali. Ma i piccoli shock casuali possono avere effetti altrettanto gravi. Dovremmo creare l'equivalente di un'assicurazione contro la disoccupazione per ridurre l'impatto di queste fluttuazioni delle ore di lavoro. Bisogna creare dei prodotti finanziari che aiutino i poveri a risparmiare per poter disporre di risorse inutilizzate. Conclusione: le reti dell'assistenza sociale tendono ad essere molto vischiose. Concepire meglio i programmi di aiuto sarebbe vantaggioso. Bisogna tener conto degli insegnamenti che emergono dalla psicologia della scarsità!


Cap 9 La gestione della scarsità nelle organizzazioni

Si prende il caso di un ospedale dove gli interventi urgenti interferivano con le operazioni chirurgiche programmate. La soluzione è stata quella di riservare una sala operatoria per le urgenze. Anche le strade funzionano meglio se il traffico automobilistico è sotto il 70% della loro capacità totale. Quando, infatti, il traffico raggiunge la soglia dell'85%, le risorse inutilizzate non sono sufficienti ad assorbire piccoli shock casuali. Attenzione, comunque, ai compromessi perché le risorse inutilizzate sono anche causa di spreco oltre che di vantaggi. La probabilità di incidente automobilistico per chi usa il cellulare si alza, ma è analoga per chi usa l'auricolare. Il problema, infatti, non sta nelle mani, ma nella testa. Circa un secolo fa Ford riconobbe la relazione tra orario di lavoro e larghezza di banda. La sua decisione di istituire la settimana lavorativa di 40 ore fu motivata dal desiderio di profitto non meno che da considerazioni umanitarie. La produzione poteva crescere e, per di più, residuava, per gli operai, maggior tempo a disposizione per i consumi. Un aumento sostenuto del carico di lavoro negli ospedali porta, ad esempio, a un incremento del tempo per gestire ciascun paziente. Quando aumentano le ore di lavoro e la durata del sonno diminuisce, la produttività precipita. Occorre, in sintesi, concentrarsi sulla gestione e coltivazione della larghezza di banda.


Cap 10 La scarsità nella vita di tutti i giorni

E' importante stabilire con saggezza gli effetti di "default", ciò che accade quando non si prende una decisione. Occorre stabilire che accade qualcosa che si ritiene positivo, subordinando l'opzione ritenuta peggiore per l'interessato a una decisione esplicita. Si possono distinguere le scelte da compiere in 2 categorie:-quelle che richiedono nel tempo controllo e quelle che devono essere adottate una volta soltanto. Alle prime appartengono, ad esempio, quelle di mangiar sano, fare attività fisica regolarmente, dedicare tempo alla famiglia. All'altro tipo lo stabilire che una parte dello stipendio sia periodicamente investita in risparmio.. Ogni volta che si presenta l'occasione, è consigliabile trasformare i comportamenti di controllo in azioni una tantum. Ad esempio, comprare alimenti sani piuttosto che scegliere nel frigorifero di cibarsi di quelli e non degli altri. Le cose funzionano anche per il verso opposto: convertire decisioni discutibili una tantum o rinnovi automatici in scelte che comportano controllo. Le decisioni che richiedono una più intensa elaborazione di informazioni sono quelle più penalizzate da una ridotta larghezza di banda. Le sintesi chiare e semplici sono un modo ottimale di economizzare sulla capacità cognitiva. I compiti che richiedono una maggiore larghezza di banda dovrebbero essere affrontati in finestre temporali ad alta larghezza di banda. Spesso si concepiscono programmi rivolti a persone con scarsa larghezza di banda troppo onerosi in base alle loro capacità cognitive e di controllo. Piccoli inciampi anche nel modo di concepire i programmi possono fare la differenza tra successo e fallimento, tra ricevere e non ricevere assistenza, tra essere e non essere laureati. Perché non pagare i sussidi ogni settimana? Si contrasterebbe l'altalena abbondanza-scarsità. Bisogna cercare di creare risorse inutilizzate nei periodi di abbondanza..


 Conclusione

La scienza della scarsità ci invita a occuparci della fluttuazione delle nostre capacità cognitive e di autocontrollo, che sono dipendenti dalla scarsità. Gli scienziati sociali devono saperne di più sulle fluttuazioni della larghezza di banda della società. Gli scienziati tendono a misurare ciò che le teorie richiedono di misurare. Essi misurano le condizioni materiali della scarsità: quanti disoccupati, quanto Pil, quanti profitti in un comparto, quanti sotto la soglia della povertà...Ma non sappiamo nulla degli impatti cognitivi legati alla posizione socio-economica, al basso reddito...La crisi del 2008 ha provocato anche una grave recessione cognitiva? All'aumento della disoccupazione corrisponde una diminuzione della qualità delle decisioni? L'impatto cognitivo può essere devastante come quello finanziario e creare un circolo vizioso. I figli di genitori disoccupati hanno un rendimento scolastico significativamente peggiore. L'ampiezza di banda non riguarda solo il lavoro e l'economia, ma anche la genitorialità, il rapporto di coppia, l'alimentazione, l'attività fisica.. E' importante riuscire a misurare le risorse inutilizzate.. L'esperienza della scarsità in prossimità della scadenza spesso è frutto del modo in cui è stato gestito il tempo nella fase dell'abbondanza. 

Dopo aver studiato la psicologia della scarsità, sarebbe interessante anche studiare la psicologia dell'abbondanza..


Alcuni passaggi fondamentali del libro, secondo me:


0) Scarsità è avere meno di ciò che pensiamo ci occorra

1) La sensazione di scarsità è una conseguenza sia della povertà assoluta che di quella relativa. 

2) Alcuni bisogni sono insopprimibili, come cibo e alloggio. Altri sono condizionati dalla cultura e dalle forme di vita della società in cui viviamo (automobile, televisore, telefono cellulare, pc, internet..) L'incremento delle disuguaglianze allarga la gamma dei bisogni condizionati

3) Quella di scarsità è una sensazione grave perché limita sia le nostre capacità cognitive, di risoluzione dei problemi e di decisioni assennate; sia anche le possibilità di autocontrollo, di pianificare le azioni e inibire le reazioni impulsive. La scarsità, infatti imprigiona la mente, la sequestra concentrandola su ciò che manca. Limita, perciò, il nostro campo visivo, riduce le nostre intuizioni, ci priva della lungimiranza necessaria e, oltre tutto, ci rende insonni.

4) Eppure, capacità di scegliere e interpretare, lungimiranza, autocontrollo sarebbero particolarmente importanti per affrontare le difficoltà della vita che ci pone continuamente davanti problemi complessi rispetto ai quali, in situazioni di scarsità, dovremmo essere soggetti a minori margini di errore. Invece, data la nostra condizione, incorriamo in maggiori possibilità di sbagliare anche perché le decisioni sono più difficili, i compromessi necessari diventano più frequenti.

5) Le limitazioni delle nostre capacità cognitive e di autocontrollo non sono dovute a difetti di ordine personale, ma a condizioni contestuali di scarsità che opprimono le facoltà della nostra mente. Perciò, come insegna l'economia comportamentale, sopravvalutiamo i benefici immediati rispetto a quelli futuri e trascuriamo i costi-opportunità. Non resistiamo alle tentazioni presenti.

6) Le conseguenza limitanti della scarsità non si ripercuotono solo sull'economia e sul lavoro, ma anche sulla genitorialità (i figli di genitori disoccupati hanno un rendimento scolastico peggiore vedi coorte U.K.1970), sui rapporti di coppia, la salute, l'alimentazione, la sedentarietà

7) Gli interventi riparativi del welfare non dovrebbero essere subordinati a vincoli irrealistici, troppo ambiziosi, difficilmente soddisfacibili da chi si trova in condizioni di scarsità. La responsabilità richiesta dovrebbe essere alla portata di chi è povero.

8) E' più difficile essere buoni genitori e avere una vita affettiva gratificante quando si è affetti dalla scarsità


La mia recensione per la rivista Comunità Redona

Sembrerebbe proprio che i poveri facciano di tutto per restare tali. Se però scavassimo più in profondità fino a comprendere le conseguenze che ha la scarsità sulla nostra mente, riusciremmo a cambiare radicalmente questa opinione iniziale. E, quindi, a capire che non è la pigrizia né sono difetti intrinseci di personalità a determinare la povertà, ma, piuttosto, condizioni sfavorevoli del contesto di vita, che si autoalimentano in un circolo vizioso da cui è difficile affrancarsi. Di questi argomenti tratta il bel libro di due ricercatori indiani che insegnano negli Usa, attingendo a una vasta mole di ricerche che ci invitano a riflettere su un fenomeno ingravescente di cui sappiamo troppo poco. Ed è un peccato perché la comprensione della psicologia della scarsità dovrebbe modificare profondamente l’elaborazione dei programmi sociali e sanitari. Ma cosa è la scarsità? E' avere meno di ciò che pensiamo ci occorra. Nella definizione di scarsità c'è sia una componente obbiettiva che una soggettiva, influenzata dall’educazione e dalla cultura. Possiamo avvertirla relativamente al denaro, al tempo, al cibo (quando, ad esempio, siamo a dieta) e restarne imprigionati perché veniamo perseguitati senza sosta dall’idea fissa di ciò che ci manca. Perciò la scarsità riduce le nostre capacità cognitive e di autocontrollo. E questo è tanto più grave perché, proprio a causa della scarsità, si è costretti a navigare in un mondo più complesso, anche dal punto di vista del calcolo e del ragionamento. Un mondo in cui è più facile inciampare e che necessiterebbe, perciò, di una maggiore tolleranza verso gli errori e gli insuccessi dei poveri. Anche per una questione di intelligenza e giustizia, come ci invitano a fare i due autori.