Stiglitz J.E. Le nuove regole dell'economia. Ed. Il saggiatore, Milano 2016

Stiglitz J.E. Le nuove regole dell'economia. Ed. Il saggiatore, Milano 2016


Le regole dell'economia americana vanno riscritte. Devono portare a una prosperità diffusamente condivisa. Devono funzionare per tutti, non solo per i ricchi. La scuola dell'economia dal lato dell'offerta(supply side economics) pensava che i vincoli posti dalla regolamentazione, dalla imposizione fiscale e da un welfare sostanzioso inibissero la crescita. Per questo professava la deregolamentazione, la diminuzione delle aliquote sui redditi più alti, tagli alla spesa del welfare. Queste idee oggi sono considerate sbagliate. Non si deve più scegliere tra crescita e prosperità condivisa perché il traguardo di una minore disuguaglianza sociale è funzionale alla crescita.

Il rallentamento del sistema economico e l'aumento delle disuguaglianze sono problemi fortemente associati, legati da un rapporto di causa effetto.

Non basta adottare la strategia della redistribuzione attraverso l'imposizione fiscale e i trasferimenti. Occorre anche aumentare le retribuzioni per arginare la disuguaglianza alla sua stessa origine e incrementare il benessere e il potere economico e politico della maggioranza dei cittadini.


Introduzione

L'esperienza degli ultimi 35 anni (dagli anni 80) in molte nazioni suggerisce che è possibile riscrivere le regole della finanza, del governo aziendale e del commercio internazionale in modo da promuovere la crescita e la prosperità condivisa anziché convogliare maggiore ricchezza e opportunità verso chi già ha di più.

Negli ultimi 40 anni gli economisti hanno dimostrato i limiti dell'assunto relativo alla perfezione del mercato (informazione, concorrenza, razionalità perfette) Picketty sostiene che il rendimento del capitale è superiore al tasso di crescita dell'economia nel suo complesso e, di conseguenza, la ricchezza cresce più velocemente del reddito. Perciò l'evoluzione storica del capitalismo ha come conseguenza la crescita delle disuguaglianze. Il fatto che oggi il 20% dei bambini viva in povertà non è solo un problema morale, ma anche economico.

Non basta un aumento modesto del salario minimo o la promozione di una maggiore istruzione. Bisogna riconfigurare le strutture di fondo dell'economia.


Le regole attuali

deregolamentazione, diminuzione delle aliquote fiscali per i redditi + alti, tagli al welfare, lasciare fare al mercato, potenziato dal progresso tecnologico e dalla globalizzazione.

La tutela dei diritti di proprietà intellettuale fa sì che una innovazione possa essere molto remunerativa grazie a un monopolio garantito dallo Stato. L'innalzamento dei prezzi dovuto a tali monopoli impedisce ai più poveri di godere dei benefici dell'innovazione. Un'economia dell'innovazione necessita di un regime di proprietà intellettuale equilibrato e diversificato abbinato a un forte sostegno pubblico per le scienze ele tecnologie di base.

ndr esternalità sono positive o negative. Si verificano quando le conseguenze dell'uso o del consumo di un bene non riguardano solo acquirenti o venditori ma anche altri soggetti. L'instabilità finanziaria, soprattutto nel caso del fuggi fuggi contagioso (folle corsa al si salvi chi può) verso il disinvestimento impone costi enormi all'economia.

esternalità di rete quando il beneficio che un soggetto trae dall'uso o consumo di un bene dipende in parte dal numero di altri soggetti che usano lo stesso bene (ad esempio la posta elettronica o il telefono...)

Spesso le tecnologie della new economy coniugano esternalità di rete e rendimento di scala crescente, ossia all'aumentare della produzione i costi marginali diminuiscono. In situazioni come queste la concorrenza non può svilupparsi e il potere di mercato e i profitti di monopolio possono risultare molto elevati. Se il potere di mercato di un'impresa aumenta ne deriva un trasferimento di ricchezza dai consumatori ai proprietari dell'impresa stessa. Diminuisce il benessere sociale. Aumentano le disuguaglianze. Queste condizioni spingono a destinare troppe risorse a un'improduttiva ricerca di rendita come certe forme di promozione e marketing e di lobby.

La carenza di regole incoraggia frodi e manipolazioni oltre che pratiche creditizie predatorie a spese, soprattutto, delle persone a basso reddito.

I progressi tecnologici nel settore finanziario si sono tradotti in una maggiore capacità di sfruttare gli altri invece che in migliori risultati economici. Il settore ha tradito il suo ruolo che dovrebbe essere quello di garantire la disponibilità di fondi per i settori produttivi.Nel 65 il rapporto tra il reddito medio annuo degli amministratori delegati e quello dei loro dipendenti era di 20 a 1. Nel 2013 era balzato a 295 a 1.

Se prima la finanza era uno strumento per convogliare denaro verso le imprese, oggi, invece, funziona drenando denaro dal settore produttivo. Negli ultimi 40 anni c'è stata una drastica riduzione delle aliquote marginali più alte e un'attenuazioni della progressività delle imposte. Negli anni 80, ad esempio, l'aliquota marginale più alta è stata abbassata dal 70 al 28% (da noi dal 72 al 43) e da allora è sempre rimasta inferiore al 40%.

Anche le agevolazioni fiscali, la riduzione dei trasferimenti a favore dei redditi bassi hanno contribuito a diminuire la progressività complessiva.

Pag 67 in generale la redistribuzione non ha alcuna relazione con la crescita economica. Tutt'al più alcune misure redistribuitive posso diminuire al disuguaglianza e favorire una crescita più duratura. C'è una grande attenzione al contenimento dell'inflazione e alla stabilità dei prezzi. Si teme che una diminuzione della disoccupazione produca una maggiore inflazione. Pag 71 raramente, però, la disuguaglianza diminuisce se la disoccupazione supera il 6%. Meglio puntare su una piena occupazione. La politica monetaria privilegia, invece, il contenimento dell'inflazione rispetto alla riduzione della disoccupazione.

Ancora discriminazione razziale, tassi di carcerazione, iniquità retributiva delle donne. La parità retributiva diminuirebbe il tasso di povertà delle donne che lavorano.


Riscrivere le regole

Riscrivere le regole implica adottare una serie di provvedimenti ampi, coraggiosi e completi.

Prima di tutto bisogna contrastare quelle forme di reddito che avvantaggiano indebitamente i più ricchi. Poi bisogna dare sicurezza e opportunità alla classe media e ripristinare la piena occupazione. Infine, bisogna assicurare a ogni cittadino istruzione, servizi sanitari, pensioni, assistenza all'infanzia, servizi finanziari (per l'istruzione, la casa...). Oggi le imprese hanno accantonato i propri interessi di lungo periodo in favore del guadagno immediato. c?è bisogno di una legge sulla concorrenza al passo coi tempi che riconosca la transizione avvenuta da un'economia manifatturiera a una basata sulla conoscenza e sui servizi.

Bisogna ristabilire l'equilibrio negli accordi commerciali globali che stabiliscono condizioni sempre più vantraggiose per le imprese e svantaggiose per i consumatori, la salute, l'ambiente, la sicurezza dei lavoratori. Prevedono la creazione di collegi arbitrali internazionali con l'impossibilità, da parte degli Stati, di ricorrere in appello. Le transazioni finanziarie a breve termine possono crescere la volatilità economica senza apportare benefici generalizzati. Andrebbero tassate.

Le imposte non sono solo uno strumento per finanziare servizi pubblici essenziali e investimenti produttivi (istruzione, tecnologia, infrastrutture...) ma possono anche fungere da incentivo incoraggiando comportamenti socialmente desiderabili e scoraggiando quelli indesiderabili come il "breve-periodismo". Incentivi devono premiare il lavoro anziché la ricerca di rendita e la speculazione.

A causa della situazione dei trasporti pubblici il pendolarismo è molto costoso. 

Il contenimento della disuguaglianza di reddito è una questione sia di volontà politica che di opportunità economica. La concentrazione di ricchezze nella economia ha creato una concentrazione di potere nelle nostre democrazie. Tanto che le politiche desiderate dai ricchi ricevono attenzione, quelle auspicate dalle fasce di reddito medio-basso vengono ignorate.

I finanziamenti della campagna elettorale provengono da un numero esiguo di grandi donatori che esercitano un'influenza smisurata. Per una democrazia più inclusiva servono riforme.  Prima di tutto occorre facilitare l'accesso la voto. Poi bisogna creare un sistema di finanziamento meno influenzato dai grandi donatori.

In conclusione, le nuove conoscenze in ambito economico ci dicono che l'eguaglianza e la performance economica sono in realtà fattori complementari anziché contrastanti. Dobbiamo riequilibrare pubblica amministrazione, impresa e lavoro per creare un'economia al servizio di tutti.


Appendice

Le crescenti difficoltà economiche delle nostre famiglie e l'aumento della concentrazione della ricchezza nelle mani di una piccola parte della popolazione non sono fenomeni indipendenti l'uno dall'altro.

Sono fenomeni inestricabilmente connessi che scaturiscono dalle regole, leggi e politiche dell'attuale sistema economico.

Il sogno americano che consentiva a ciascuno di credere nella propria affermazione sul piano economico è ormai svanito.

L'ascensore sociale si è bloccato. Le condizioni dei figli e le loro traiettorie di vita dipendono sempre più spesso da quelle dei loro genitori (biblio 20-26).

Tra il 73 e il 2013 la produttività del lavoro è aumentata del 161% mentre i compensi versati ai lavoratori sono aumentati solo del 19%. Il governo federale ha usato la leva fiscale per avvantaggiare la popolazione a maggior reddito invece di effettuare investimenti pubblici per spingere crescita e retribuzioni.

La maggiore disuguaglianza ha decretato una riduzione delle opportunità. La tecnologia ha senz'altro contribuito ad accentuare le disuguaglianze, ma hanno avuto una parte sostanziale anche le regole dell'economia che determinano la distribuzione dei guadagni prodotti dalla tecnologia-

La globalizzazione ha reso più difficili le condizioni dei lavoratori meno qualificati che sono entrati in concorrenza con l'abbondante manodoperanon  qualificata di altri Paesi. La globalizzazione consente alle aziende di trarre vantaggio dalle differenze di costo che scaturiscono non solo dai divari salariali, ma dai diversi regimi regolamentari e tributari.

Ma la globalizzazione non è una semplice astrazione, è governata anche dalle regole che sono state definite per gestireb gli effetti sulle nostre vite della crescente interconnessione globale.